Kessler lancia Nicoletti
Nel Partito Democratico si scalda la temperatura in vista dell'assemblea di lunedì prossimo, appuntamento decisivo per la scelta del nome del candidato democratico nella corsa alla presidenza della Provincia. E non si esclude una soluzione a sorpresa come quella di Michele Nicoletti. Il nome del segretario, neoletto alla Camera, è stato lanciato da Gianni Kessler che da Bruxelles ha sondato il terreno con il senatore Tonini. Una parte dei democratici spera ancora in un ripensamento di Alberto Pacher, ma tra i litiganti Zeni, Borgonovo Re e Olivi si sta facendo largo il nome di Nicoletti.
E se tra i due litiganti, Donata Borgonovo Re e Luca Zeni, fosse Michele Nicoletti a spuntarla? È quello del segretario provinciale, appena eletto onorevole, il nome nuovo, clamoroso, su cui nelle ultime ore l'ala kessleriana sta puntando per superare l'impasse interna al Partito democratico (e che di conseguenza blocca tutta la coalizione di centrosinistra autonomista) nella corsa alla presidenza della Provincia.
Per sostenere l'attuale segretario provinciale nei giorni scorsi si è mosso da Bruxelles addirittura Giovanni Kessler che in una telefonata al senatore Giorgio Tonini ha fatto il nome di Nicoletti.
L'ala del partito che fa riferimento all'ex presidente del Consiglio provinciale, dopo aver conquistato la segreteria con Nicoletti nell'autunno del 2009, ora punta alla poltrona grande, sempre per lo stesso Nicoletti.
Del resto Kessler al momento attuale è da considerarsi probabilmente fuori dai giochi, sia per l'impegno in sede europea (capo dell'ufficio dell'UE per la lotta antifrode Olaf), sia per la recente elezione della moglie Daria de Pretis alla carica di rettrice dell'Università. Naturalmente nulla vieta l'accumulo di cariche a livello familiare, ma politicamente la candidatura dell'ex presidente del Consiglio provinciale sarebbe molto difficile da far digerire. Così Kessler ha deciso di mandare avanti Nicoletti, come fece due anni e mezzo fa per la segreteria.
Nei giorni scorsi da Bruxelles ha sondato il terreno con una telefonata al senatore Giorgio Tonini. Il quale ieri, ad esplicita domanda, si è trincerato dietro un invalicabile «no comment». «Stiamo lavorando per una proposta conclusiva, lunedì troveremo la soluzione».
Già, perché lunedì 6 maggio è convocata l'assemblea del Pd che dovrà necessariamente uscire con un proprio nome da proporre agli alleati. Sia che si opti per le primarie, sia che il candidato presidente venga deciso dalle segreteria dei partiti della coalizione.
Quello di Nicoletti vorrebbe essere il jolly da giocarsi all'ultimo minuto durante l'assemblea: prima si lascia che i cavalli attualmente in corsa, Donata Borgonovo Re e Luca Zeni (tutti due di area kessleriana), si sfianchino tra loro, con l'ala pacheriana di fatto assente dal dibattito. Poi, una volta compreso che la situazione è in stallo, potrebbe uscire la proposta di Nicoletti per risolvere la partita. Dopo che le due fazioni si sono combattute con un nulla di fatto, la proposta di lanciare il segretario verrebbe fatta passare come una candidatura di «garanzia».
A quel punto chi potrebbe mettersi di traverso? I «renziani» probabilmente no perché con Nicoletti in Piazza Dante si libererebbe un posto alla Camera, guarda caso per la portavoce trentina della campagna elettorale (per le primarie delle scorse politiche) Elisa Filippi. Per il momento il diretto interessato evita di scomporsi. «Non ho dubbi che qualcuno possa aver pensato a me, ma mi pare si essere appena stato eletto in Parlamento» dice Nicoletti.
Resta da capire come si muoveranno i pacheriani. Finora, al di là di chiedere pubblicamente un ripensamento all'attuale presidente della Provincia (Marzari, Gilmozzi, Andreatta, Dorigatti) altro non hanno fatto. In caso di rinuncia definitiva di Ale Pacher il loro candidato sarebbe l'assessore uscente Alessandro Olivi.