La delusione del Patt: ci spettavano 2 posti
Se fare buon viso a cattivo gioco sia stata una scelta convinta dei consiglieri o una linea decisa dai vertici (Panizza e Rossi) lo sapremo a breve. Quel che pare di capire sentendo i commenti dei consiglieri provinciali del Patt è che c'erano tante speranze per questa nuova giunta e che in realtà molti di questi auspici sono rimasti un sogno I tuoi commenti
TRENTO - Se fare buon viso a cattivo gioco sia stata una scelta convinta dei consiglieri o una linea decisa dai vertici (Panizza e Rossi) lo sapremo a breve.
Quel che pare di capire sentendo i commenti dei consiglieri provinciali del Patt è che c'erano tante speranze per questa nuova giunta e che in realtà molti di questi auspici sono rimasti un sogno.
Ecco Diego Moltrer , secondo più votato dopo Dallapiccola. «C'è poco da commentare visto che la giunta ce la siamo trovata fatta. Visto il nostro storico risultato, e visto che 5 anni fa l'Upt con sei consiglieri aveva due assessori e il presidente, ci aspettavamo almeno due posti in giunta».
«E invece - spiega - per mantenere gli equilibri interni alla maggioranza, il nostro presidente ha dovuto cedere. Lo accettiamo, anche per dimostrare che io in prima persona e tutto il Patt non siamo gente attaccata alla poltrona». Ma il boccone è amaro da digerire. Moltrer non nega il rammarico e pure una certa delusione, per il fatto che non siano state valorizzate con un assessorato ad hoc le minoranze linguistiche, che sono il vero motivo per cui
il Trentino ha l'autonomia speciale».
Moltrer assicura che dentro il Patt non ci sarà alcuno strappo («Anche perché prima di fare tutte le valutazioni aspettiamo i nomi della giunta regionale») ma poi avverte: «In giunta non possono aspettarsi che sarà tutto oro colato. Anche se non abbiamo gli assessorati dovranno assolutamente tenere in considerazione le nostre richieste». Rossi, insomma, è avvisato.
Per Walter Kaswalder (impegnato a costruire il suo ultimo bilancio da sindaco di Vigolo Vattaro prima delle dimissioni) il vero motivo di gioia è la nomina dell'esterno Carlo Daldoss agli enti locali. «Per me è importante avere una persona di riferimento su quei temi, visto che ho intenzione di lavorare fin da subito alle riforma istituzionale». Spiega che Daldoss «conosce perfettamente il tema e sa che la riforma è necessaria».
Per quanto riguarda il peso del Patt in giunta, anche Kaswalder è convinto che gli autonomisti siano stati sminuiti dal loro presidente. «Noi l'abbiamo accettato per senso di responsabilità. Ora dobbiamo farlo capire all'elettorato spiegando che la rinuncia è fatta in ottica 2018 per diventare il primo partito». Per Kaswalder Rossi ha comunque sbagliato a non tenere per sé le deleghe alla protezione civile. «Gli abbiamo detto di ripensarci, visto che la materia è sempre stata in capo al presidente. Non ci ha ascoltato visto che ha fatto la giunta in completa autonomia, senza mai sentire il gruppo».
Delusione anche per Lorenzo Baratter , il giovane studioso dell'autonomia che Panizza ha definito suo erede politico. Per lui nelle scorse settimane dopo il buon esito elettorale si ipotizzava l'assessorato alla cultura.