Rumore: chiesto il sequestro della discoteca «Cantinota»
Rischia di chiudere i battenti la discoteca della Cantinota, uno dei pochi luoghi dove si può ballare in città. A chiedere il sequestro preventivo è la procura secondo cui il locale è troppo rumoroso. Un'accusa che il gestore dello storico locale di via San Marco, Filippo Ioniez, difeso dall'avvocato Matteo Benvegnù, respinge con decisione. Il caso è stato discusso ieri di fronte al Tribunale del riesame che ora dovrà decidere se lasciare in attività la discoteca oppure se spegnere gli altoparlanti
Rischia di chiudere i battenti la discoteca della Cantinota, uno dei pochi luoghi dove si può ballare in città. A chiedere il sequestro preventivo è la procura secondo cui il locale è troppo rumoroso. Un'accusa che il gestore dello storico locale di via San Marco, Filippo Ioniez, difeso dall'avvocato Matteo Benvegnù, respinge con decisione. Il caso è stato discusso ieri di fronte al Tribunale del riesame che ora dovrà decidere se lasciare in attività la discoteca oppure se spegnere gli altoparlanti.
Dietro le quinte si combatte un braccio di ferro tra il titolare della Cantinota, ristorante e piano bar che si è guadagnato il titolo di «bottega storica» della città, e alcuni proprietari di appartamenti che si trovano nello stesso immobile. L'inchiesta parte infatti dalle segnalazioni fatte da alcuni residenti che sostengono, già da qualche anno, di dover sopportare rumori molesti provenienti dalla discoteca, che si trova nel locale interrato. A sostegno di questa tesi ci sono i rilievi condotti dalla polizia giudiziaria che avrebbe registrato alcuni sforamenti rispetto ai valori massimi di inquinamento acustico stabiliti per legge. La difesa però porta altre misurazioni e contesta di non essere mai stata messa nelle condizioni di fare delle verifiche e di predisporre, se necessario, gli interventi necessari.
La controversia aveva avuto anche un capitolo amministrativo. Le lamentele dei residenti erano arrivate anche in Comune che ad inizio anno aveva sospeso la licenza per l'attività di discoteca. La Cantinota era corsa ai ripari con alcuni interventi per abbattere la rumorosità. Interventi che, sosteneva una relazione tecnica di parte, garantivano il rispetto dei limiti. Per questo il Comune aveva revocato l'ordinanza di chiusura.
Secondo i vicini, però, i rumori molesti non sono stati affatto rimossi. Così, dopo la sospensione estiva, il contenzioso è tornato rovente. Questa volta ad intervenire è stata la procura che ha chiesto il sequestro della parte del locale destinata a musica e ballo. Il giudice Francesco Forlenza però ha respinto la richiesta. La motivazione è in punta di diritto: non ci sarebbero la condizioni del disturbo della quiete pubblica perché a lamentarsi sono solo pochi inquilini. Contro il diniego il pm Carmine Russo ha fatto ricorso al Tribunale del riesame dove ieri il caso è stato discusso. La decisione forse arriverà già oggi.
In aula ieri l'avvocato Benvegnù ha ribadito che non c'è alcun disturbo della quiete pubblica. A lamentarsi sarebbero solo due residenti, più due proprietari di appartamenti che neppure abitano nello stabile. «Il gestore della Cantinota - sottolinea il legale - ha sempre avuto un atteggiamento collaborativo. Ha affrontato lavori onerosi per ridurre la rumorosità dell'aerazione e dell'impianto audio. C'è un controllo costante affinché la clientela non arrechi disturbo neppure fuori dal locale. Più volte sono stati chiamati i vigili, eppure non è mai stata fatta una sola contravvenzione. Chi si lamenta non ci consente di accedere ai locali per verificare se c'è davvero un problema ed eventualmente come risolverlo. La verità è che la questione è meramente civile, ma i proprietari degli appartamenti usano lo strumento penale per far chiudere il locale. In questo modo sperano in una rivalutazione dei loro beni immobili, così mettendo a rischio 20 posti di lavoro e tutti gli sforzi di chi gestisce il locale dal 1987 e nel 2007 ha acquistato anche i muri».