Sequestro preventivo: sigilli alla Cantinota

Porte chiuse, con tanto di sigilli, alla Cantinota di Trento, storico locale con oltre mezzo secolo di storia in via San Marco. Un sequestro totale: non solo per la discoteca, al centro delle lamentele di alcuni vicini per il rumore notturno (in particolare dell'impianto di aerazione), ma anche per il ristorante. Una misura particolarmente severa, che ha scosso il titolare («È una follia») e destato la perplessità di molti addetti ai lavori. Ieri mattina, dunque, Filippo Ioniez ha dovuto riporre tutto nelle dispense e mandare a casa cuochi e camerieri, annullando le prenotazioni per il pranzo. Il provvedimento è stato subito impugnato, ma difficilmente i tempi saranno sufficienti a recuperare il fine settimana.

I sigilli alla Cantinota sono stati apposti ieri mattina. Tutto sotto sequestro, nello storico locale del capoluogo, da più di mezzo secolo in via San Marco: non solo le sale che da anni - non certo da ieri - sono destinate al ballo, ma pure il ristorante.
Gli agenti del nucleo operativo ambientale della polizia locale si sono presentati poco dopo le 10.30, per eseguire la misura, richiesta nei giorni scorsi dal pm Carmine Russo e concessa mercoledì dal Tribunale del riesame, dopo che in prima battuta il giudice per le indagini preliminari Francesco Forlenza non aveva ritenuto necessario ricorrere ai sigilli.
Una misura estrema che sta facendo discutere, a cui si è giunti al termine di un estenuante braccio di ferro tra i titolari (Filippo Ioniez è da sempre affiancato dal padre Mauro) e alcuni proprietari di appartamenti ai piani superiori dei civici 22 e 24 della via del centro.
Ieri mattina, gli Ioniez e i loro collaboratori erano al lavoro come sempre, dalla prima mattina: «Anche i cuochi. Certo che devono venire a lavorare». Tanto il padre quanto il figlio, sapevano già che ieri non ci sarebbero stati servizi e coperti da allestire. Erano stati svegliati dalla notizia dell'imminente sequestro, ma hanno comunque voluto che la giornata proseguisse come tutte le altre. Almeno per un paio d'ore, fino all'arrivo della polizia locale.
«È una follia», si è sfogato Filippo Ioniez, che in attesa dei vigili ha cercato con i collaboratori di sistemare nel miglior modo possibile le provviste nella dispensa. Anche se non è stato un compito facile, non sapendo quando le si potranno utilizzare.
Ioniez, ieri mattina faticava a stento a trattenere le lacrime. «È una follia - ha continuato a ripetere - si lamentano per la sera e chiudono la cucina anche a mezzogiorno. Abbiamo sempre cercato di fare tutto il possibile per tutelare i nostri vicini ed ecco come veniamo ripagati. Non nascondiamo che in passato abbiamo avuto problemi con loro per il rumore. Non tanto per l'impianto della sala da ballo - sempre controllato e i cui volumi nella norma sono certificati anche dai verbali delle forze dell'ordine - ma per il rumore che fuoriusciva dall'impianto di aerazione. Ebbene, ci abbiamo messo mano. Abbiamo fatto tutto il possibile. Ma evidentemente non è bastato. Abbiamo anche avuto la premura di effettuare misurazioni nei diversi livelli della struttura: piano interrato, piano terra, sala da ballo, ristorante. Per far fronte alle lamentele, abbiamo anche chiesto al vicinato di poter effettuare misurazioni anche nei loro appartamenti e poi, nel caso di sforamenti, tarare a dovere gli impianti. Ma non ci è mai stato permesso di effettuare queste misurazioni».
Insomma, una vera e propria guerra tra vicini che, tuttavia, ha portato innanzitutto ad un clamoroso e paradossale precedente, quello di un ristorante chiuso per le lamentele dei vicini riguardo ad una sala da ballo, e che sta causando poi ripercussioni ad altri: dipendenti, turisti, residenti.
«Che devo dire ai miei collaboratori?» si chiede Ioniez riguardo ai primi: «Li devo lasciare a casa, ovviamente».
«È vero, non c'è altro da fare», sorride amaro Malik, uno dei dipendenti storici del locale, che ieri era affranto, assieme ai colleghi: «Staremo a casa e aspetteremo di vedere che cosa succederà e cosa ci diranno i titolari. Non c'è molto altro da fare».
Poi, i clienti e turisti: «Oggi (ieri, ndr) avevo una trentina di prenotazioni a pranzo», ha spiegato Ioniez mostrando l'agenda: «Per domenica ne ho 110. Arrivano con i pullman per i mercatini e i locali della città sono già tutti pieni. Che cosa dico loro? Scusate ci hanno messo i sigilli dovete cercare un altro posto? Dove li mando?»
E poi, i trentini. I cittadini, la clientela affezionata e i giovani che trovavano nella Cantinota uno dei pochi luoghi dove tirar tardi alla sera: alcuni di loro, dai giovani che si alternano alla consolle nella sala da ballo a gruppi di studenti e ragazzi affezionati al locale, ieri mattina si sono radunati in via San Marco, per capire che cosa stesse succedendo.
Tutti uniti da un misto di rabbia e incredulità: «Non è davvero possibile», spiegano in coro: «Soprattutto, sono le motivazioni che sono ridicole. Innanzitutto che cosa centra il ristorante? E poi, se c'è un locale che è sempre stato attento al rispetto per la quiete del vicinato, è sempre stato la Cantinota. Nel corridoio che porta da via San Marco alla sala da ballo interrata hanno puntualmente dai tre ai quattro uomini della vigilanza che si assicurano che non vi siano schiamazzi o vandalismi. Se non è il locale ideale per qualsiasi vicino, poco ci manca».
Ed a pensarla così, non sono solo gli avventori, ma anche parte proprio dei vicini, che ieri mattina hanno espresso a più riprese solidarietà agli Ioniez. Mentre altri, ai piani superiori, gongolavano per averla avuta vinta. In attesa delle prossime puntate.

 

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