«Per il brindisi di Natale spesi 880 euro dei cittadini»

Claudio Cia, e non è una novità, fa le pulci al Comune di Trento. Questa volta nel mirino finisce il classico brindisi di Natale di un mese fa: per il convivio (fetta di panettone e spumante? No, assicura Cia: strudel salati, formaggio, salumi e varie leccornie) sarebbero stati spesi 880 euro (dei cittadini, sottolinea Cia). In un periodo economico particolare, si legge nel comunicato, «non ci sono soldi, siamo in difficoltà, c'è la crisi, eppure si trovano i fondi per queste iniziative»

IL COMUNICATO DI CLAUDIO CIA

 

Appaiono beffarde le parole del Sindaco che, in occasione della presentazione del Bilancio di previsione 2014, per preparare i cittadini a nuovi sacrifici, aveva dichiarato che «la lunga stagione che stiamo vivendo è la stagione della scarsità e dell’incertezza» e che «niente è più come prima dal punto di vista delle disponibilità finanziarie».

Sarà anche vero ma pare che le disponibilità non conoscano ristrettezze quando a beneficiarne sono politici e affiliati. Eh sì, mentre in Consiglio comunale ci veniva detto che «la principale difficoltà, in una fase di risorse pubbliche decrescenti, è quella di accettare che “soldi non ce ne sono più”» a Palazzo Geremia Sindaco, Assessori, Presidente del Consiglio e Dirigenti – tutta gente con “poveri” stipendi – si facevano gli auguri di Buon Natale, non con la tradizionale fetta di panettone e un bicchiere di spumante, ma con un vero e proprio buffet con tanto di strudel salati, assaggi di formaggio, riso con pollo, straccetti di pollo, grana in scaglie, torta tenerina… e come bevande prosecco ecc…

Chi ha pagato tutto questo ben di Dio? Beh, loro no perché sono al servizio del popolo, dunque ha pagato il popolo: 880 euro, cari auguri miei!

Risulta poi di cattivo gusto cercare di giustificare tale spesa argomentando che, attraverso essa, si è coinvolta una cooperativa che lavora con persone in situazione di svantaggio con esigenze di inserimento nel mondo lavorativo. Mai come in quest’occasione la “carità” appare ripugnante ed umiliante e le tante miserie umane vengono usate e rese funzionali per giustificare l’agire di pochi. Se paragonati al totale del bilancio complessivo di previsione del 2014, che è di oltre 304 milioni di euro, quelli usati per il buffet sono briciole ma non lo sono per i tanti che, come Lazzaro, vivono di briciole e ai potenti non disdegnano di manifestare la loro povertà; però a loro viene sempre chiesto di presentare l’ICEF anche per avere le briciole. Ad esempio a Trento sono oltre 6000 le persone che vivono con meno di 500 euro al mese e molte altre neppure questi.

Eppure, in Consiglio comunale il Sindaco sembrava crederci quando recitava che «il messaggio, che deve arrivare forte e chiaro, è duplice: ciascuno deve farsi carico di una quota di sacrifici; i sacrifici devono essere ricondotti ad un equilibrio dal quale emerga in maniera netta qual è l’interesse collettivo e qual è l’equità che si intende perseguire». Il messaggio che invece ci arriva da questa vicenda è che, a questa Amministrazione, manca la mentalità che genera l’abitudine al bene comune e all’equità.

 

Premesso quanto sopra si chiede al signor Sindaco:

- se non ritenga che il suo agire sia in contrasto con le sue parole e che questo tolga credibilità alla sua persona e all’azione di governo;
- se non ritenga immorale chiedere sacrifici ai cittadini, dire che “soldi non ce ne sono più” e nel contempo festeggiare usando denaro pubblico;
- se Lei, Assessori, Presidente del consiglio e Dirigenti vivete in uno stato di tale indigenza da non potervi permettere di acquistare qualche panettone e spumante per scambiarvi gli auguri senza dover addebitare tale spesa ai cittadini;
- se può indicare quanto è stato speso, per la stessa ricorrenza, negli anni 2009, 2010, 2011, 2012 e 2013.

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