Tre riforme delle regioni da Scherzi a parte
Fa bene il presidente del Consiglio Bruno Dorigatti a tenere alto il livello d'allerta in segno di difesa dell'autonomia. Ma come si fa a prendere sul serio alcune proposte di riforma delle regioni che sono state presentate in queste settimane? L'argomento è stato discusso sabato scorso alla Conferenza dei presidenti dei consigli regionali e delle province autonomeI tuoi commenti L'allarme di Dorigatti
TRENTO - Fa bene il presidente del Consiglio Bruno Dorigatti a tenere alto il livello d'allerta in segno di difesa dell'autonomia. Così come fanno bene il loro lavoro di "difensori" dell'autonomia il presidente della Provincia Ugo Rossi, il suo predecessore Lorenzo Dellai e alcuni altri parlamentari regionali. L'attenzione va tenuta alta, verso qualsiasi messa in discussione delle prerogrative dello status di autonomia speciale, laddove questa si dimostri ingiustificata. Su questo, tutti d'accordo.
Ma come si fa a prendere sul serio alcune proposte di riforma delle regioni che sono state presentate in queste settimane? L'argomento è stato discusso sabato scorso alla Conferenza dei presidenti dei consigli regionali e delle province autonome. La Regione Lombardia, in particolare, è intervenuta con una propria proposta, che poi a ben vedere sono tre:
1) Tre macro regioni. In questo caso il Trentino sarebbe inserito nella "padano alpina", mentre le altre sono la "centro appenninica" e la "meridionale insulare". (vedi proposta)
2) Nove regioni, tra cui il Triveneto. (vedi proposta)
3) Quindici regioni, accorpate con un pizzico di fantasia. E solo in questo caso c'è il riconoscimento di cinque regioni a statuto speciale, mentre le province autonome vengono cancellate (vedi proposta)
Basta guardare le immagini che alleghiamo per capire che non può essere una cosa seria. Insomma, si annuncia di voler cambiare tutto perché non cambi niente. Il tema è tremendamente serio, per fortuna il Trentino e i trentini lo hanno capito.