Libri via posta, finiti i soldi 2014
Sono già esauriti i fondi previsti per l'intero 2014 per i prestiti interbibliotecari, che consentono di «ordinare» un libro in una delle biblioteche del Trentino e poi di ritirarlo nella propria. Torna in auge, dopo tante polemiche, l'ipotesi di un ticket
TRENTO - Da un budget di 139mila euro per dodici mesi a un salvadanaio di 30mila, da un anno all'altro. E il salvadanaio, a fine marzo, sarà stato svuotato dal pagamento delle tariffe postali di spedizione, seppur agevolate. Il prestito interbibliotecario libero e gratuito, orgoglio del sistema bibliotecario trentino, quello che ci fa arrivare in pochi giorni il libro che abbiamo ordinato da un estremo all'altro della provincia, ha i giorni contati.
O, come l'anno scorso, la giunta trova almeno 100mila euro su qualche capitolo di bilancio e lo sposta sul prestito, oppure il servizio - apprezzatissimo dagli utenti visto che in un anno ci sono stati ben 72mila «viaggi» di libri - si dovrà fermare. E si dovrà affrontare il nodo, sgradevole ma pressante, di un «ticket» di compartecipazione anche in biblioteca. Una svolta su cui la categoria dei bibliotecari - un piccolo, prezioso popolo di 400 persone, quasi uno ogni mille abitanti - è tutt'altro che compatta. C'è infatti chi difende la scelta «sociopolitica» della completa gratuità del servizio, come dovere di una pubblica amministrazione attenta ai bisogni culturali della gente.
E chi, di fronte al calo delle risorse a disposizione, propone l'introduzione di una tariffa di compartecipazione alla spesa: potrebbe essere un euro a libro (solo per quelli che si fanno spedire da un'altra biblioteca, s'intende). E, di fronte a un servizio aggiuntivo - rapido ed efficiente - che ti lascia per un mese un libro che non devi andarti a cercare con auto e gasolio, quanti si scandalizzerebbero? Oltretutto, sarebbe una responsabilizzazione sull'uso di un servizio, di cui qualche volta si abusa: come quando un utente si fa spedire dai quattro angoli del Trentino quattro libri sulle orchidee, li guarda, e poi decide che gliene interessa solo uno.
C'è da dire peraltro che - per colpa della crisi - le richieste sono cresciute anche perché le biblioteche di valle, e non solo, hanno cominciato a risparmiare sugli acquisti delle novità. Per cui, libri che prima c'erano dappertutto, adesso si trovano solo qua e là, e incentivano la domanda di prestiti interbibliotecari.
Ma vediamo qual è lo stato dell'arte, la fotografia finanziaria della situazione prestito interbibliotecario. Martedì scorso la direttrice dell'Ufficio Sbt Daniela Dalla Valle ha comunicato al dirigente del dipartimento cultura Sergio Bettotti che, oltre ai 61.500 euro che mancano per completare la catalogazione (affidata alle cooperative specializzate) di 3.600 volumi di nuova acquisizione, con il mese di aprile il conto aperto presso Poste italiane per il prestito interbibliotecario, aperto dalla Provincia, andrà in rosso, perché stanno finendo i 30mila euro già impegnati e i 20mila versati.
Basti pensare che nel solo gennaio la movimentazione tra biblioteche è costata 11.385 euro e con questo ritmo già prima della fine di marzo le risorse saranno prosciugate.
La direttrice Sbt sta per trovarsi costretta, se non accade qualcosa, a preannunciare alle biblioteche la necessità di sospendere il servizio, e si preoccupa per la reazione degli utenti, che già nello scorso autunno - al profilarsi dell'emergenza - avevano reagito, suscitando mobilitazioni anche a livello politico.
Il problema dell'eventuale tariffa era stato affrontato in un incontro Provincia-Comuni negli ultimi tempi della giunta Pacher, si era ipotizzata una tessera fedeltà di 10 euro l'anno. Ma ogni decisione fu rinviata. Entro il 20 marzo, i bibliotecari devono designare i loro rappresentanti al tavolo di lavoro bibliotecari-amministratori: in quella sede se ne riparlerà. Forse Mellarini s'improvviserà Babbo Primavera e troverà i 100mila euro. Ma una scelta di fondo pare inevitabile.
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