Bus troppo alti, il sottopasso va limato
«Ci sono otto autobus a metano nuovi di zecca bloccati in officina perché troppo alti per passare sotto certi sottopassi, come quello di via Fratelli Fontana: ora chi li ha acquistati, ovvero Trentino Trasporti, dovrebbe risponderne». Sembra una barzelletta, di quelle che si raccontano tra amici al termine di pasti luculliani. Invece è vero. A rendere pubblica quella che a buona ragione può essere definita una vicenda «fantozziana» è Nicola Petrolli, segretario provinciale della Uil trasportiI tuoi commenti
«Ci sono otto autobus a metano nuovi di zecca bloccati in officina perché troppo alti per passare sotto certi sottopassi, come quello di via Fratelli Fontana: ora chi li ha acquistati, ovvero Trentino Trasporti, dovrebbe risponderne». Sembra una barzelletta, di quelle che si raccontano tra amici al termine di pasti luculliani.
Invece è vero. A rendere pubblica quella che a buona ragione può essere definita una vicenda «fantozziana» è Nicola Petrolli, segretario provinciale della Uil trasporti. Il quale, ieri al termine della riunione della commissione tecnica di Trentino Trasporti esercizio (all'interno della quale probabilmente si sarà fatta dell'ironia pesante sugli amministratori della società sorella, la Trentino Trasporti, che hanno fatto l'«incauto acquisto») ha spiegato: «Si tratta di mezzi nuovi che, a quanto risulta ai tecnici, sono più alti degli altri e che sarebbero a rischio di esplosione se dovessero urtare il sottopasso nella parte alta: lì infatti ci sono le bombole di metano che si trasformano in uno strumento pericolosissimo nel caso di urto e conseguente rottura».
«Il problema - ha aggiunto - è che, quando c'è una pendenza eccessiva si rischia che i mezzi nuovi urtino la testata in cemento del sottopasso». Non serve essere ingegneri per intuire che se a causa dell'urto le bombole si rompessero e se a causa dello sfregamento si sviluppassero anche poche scintille sarebbe come far scoppiare una bomba. Con passeggeri a bordo.
Rischio minimo secondo i tecnici della Provincia, ma che naturalmente nessuno vuole correre.
E così nei giorni scorsi sono iniziati giri di telefonate, briefing, sopralluoghi e misurazioni ai sottopassi per trovare una soluzione.
Gli 8 esemplari, entrati nella flotta di Trentino trasporti esercizio lo scorso agosto e costati ognuno 220 mila euro, fanno parte dello stock di 30 mezzi che entro un anno la Provincia acquisterà per avere 60 bus a metano da utilizzare sulla città di Trento. Non uno sfizio, beninteso, bensì un investimento da 30 milioni di euro per tagliare i costi di gestione. Si calcola infatti che un chilometro percorso da un mezzo a metano costa la metà (30 centesimi) di uno diesel: vorrebbe dire risparmiare circa 500 mila euro all'anno sul servizio urbano di Trento.
«Effettivamente - spiega Roberto Andreatta, dirigente del Servizio Trasporti della Provincia, che in questi giorni si trova a dover gestire e risolvere il problema creato da altri - questi autobus, che portano i serbatoi del metano sulla parte anteriore del tetto, hanno delle sospensioni con un rimbalzo tecnico più accentuato. E pur essendo più bassi di 6 centimetri del sottopasso di via Fratelli Fontana (che è altro 3,30 metri, ndr) potrebbero toccare nel caso l'autista viaggiasse troppo veloce e gli ammortizzatori lavorassero troppo».
«L'eventualità di uno scoppio in caso di urto sarebbe bassissima, ma è meglio non rischiare». Come precauzione per il momento è stato deciso di evitare che gli otto autobus transitino sotto il «tombone» e per questo sono stati «deviati» su linee urbane che fanno altri percorsi. Non sono dunque fermi in officina, ma va comunque individuata una soluzione per evitare di buttare via un investimento da quasi 1,8 milioni di euro.
La prima è quella di tarare in modo diverso gli ammortizzatori in modo che abbiano una minore oscillazione, la seconda è quella decisa ieri sera durante un summit con i tecnici del Comune di Trento: aumentare l'altezza del sottopasso.
Si è calcolato che fresando parte dell'asfalto si possono recuperare 5 centimentri e un altro verrà buono eliminando una traversa in ferro sotto il soffitto del tombone.
A quel punto si avrebbe spazio a sufficienza (una dozzina di centimetri) per evitare spiacevoli sorprese. E soprattutto brutte figure.