Migranti, Austria: ora controlliamo noi

Quest'anno sono stati 4.700 gli stranieri fermati in Austria, quasi tutti respinti in Italia, mentre solo 300 hanno chiesto asilo politico a Vienna. Il ministro degli interni Johanna Mikl-Leitner e alcuni governatori non escludono la reintroduzione dei controlli al Brennero e a Tarvisio, mentre c'è addirittura chi vorrebbe inviare al confine l'esercito

ADITN050062120110909_1.jpgBOLZANO - L'Austria sta valutando la sospensione temporanea di Schengen e la reintroduzione dei controlli lungo la frontiera con l'Italia  (nella foto)  per fermare l'esodo di profughi verso nord. Quest'anno sono stati 4.700 gli stranieri fermati in Austria, quasi tutti respinti in Italia, mentre solo 300 hanno chiesto asilo politico a Vienna. Il ministro degli interni Johanna Mikl-Leitner e alcuni governatori non escludono la reintroduzione dei controlli al Brennero e a Tarvisio, mentre c'è addirittura chi vorrebbe inviare al confine l'esercito.
Nel frattempo, in Germania si discute di sospendere Schengen nei confronti dell'Austria. «Lampedusa non deve diventare un sobborgo di Kiefersfelden», ha detto recentemente il segretario generale della Csu, Andreas Scheuer. Per Leonhard Voltmer, responsabile della Consulenza profughi della Caritas altoatesina, si tratta di un «inaccettabile scaricabarile tra Stati sulle spalle dei profughi». Ma in Austria tra chi vorrebbe stringere temporaneamente le maglie del confine italo-austriaco, c'è il ministro degli interni Johanna Mikl-Leitner con i governatori di Salisburgo, Burgenland, Bassa e Alta Austria, mentre il tirolese Guenther Platter auspica controlli mirati e non a tappeto. Per il nuovo segretario dei popolari (Oevp», Reinhold Mitterlehner, si tratta di un «grido d'aiuto» dei governatori.
 
L'invio di soldati al confine - dice - «sarebbe davvero l'ultimissima opzione». L'accordo bilaterale, che semplifica le riammissioni, penalizza l'Italia. Non esistono infatti respingimenti verso nord.
Ogni giorno al Brennero l'Austria «riconsegna» in media 25-30 persone, tra loro spesso anche famiglie con bambini che vengono poi accolti e rifocillati dalla Polizia di frontiera italiana. Dopo le formalità di rito, i profughi diventano però dei fantasmi, spariscono nel nulla. Spesso, a poche ore dal respingimento, ritentano la sorte, magari spostandosi su Milano, da dove sperano di arrivare in Svizzera e da lì in Germania, Danimarca, Svezia e Norvegia, dove hanno parenti e amici. Per il governatore altoatesino Arno Kompatscher, «si tratta di una questione europea che richiede una soluzione europea. Il problema non può essere risolto da un singolo Stato».

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