La spedizione raccontata nel blog di Andrea
Dall'arrivo al campo base, ai tentativi frustrati dalle bufere di neve: il racconto della spedizione fatto dallo stesso Andrea Zambaldi Il tuo ricordo
Andrea Zambaldi, 31 anni, in una recente intervista prima della spedizione si è definito uno sportivo polivalente. Al suo attivo ha già parecchie spedizioni, tra cui l’Aconcagua nel 2004, una nuova via al Quitaraju nel 2005, una via nuova all’Ishinca nel 2012, l’Alpamayo sempre nel 2012, lo Shisha Pangma (proprio la montagna che lo ha tradito) nel 2008 e il tentativo al Makalu nel 2006. Ma non solo Tibet e 8 mila. Zambaldi si era cimentato anche in spedizioni scialpinistiche in Nord America e nord Europa, nell’esplorazione di grotte nella foresta tropicale filippina e nella discesa di svariati canyon, dall’Oceano Indiano fino alle Alpi, conquistando per alcuni di essi record di velocità in discesa.
Nella vita di tutti giorni è marketing manager Italia per Dynafit, Julbo e Pomoca, aziende che producono abbigliamento sportivo. Insieme a Benedikt Böhm e Sebastian Haag, due noti alpinisti tedeschi, erano partiti dall’aeroporto di Monaco di Baviera il 20 agosto e avrebbero dovuto rientrare a casa il 5 ottobre. Obiettivo dell’impresa, mai provata prima, era quello di risalire in velocità sia lo Shisha Pangma che il Cho Oyu in sette giorni, spostandosi tra i due campi base (170 km) con la mountain bike o camminando a piedi. Il tutto senza l’utilizzo di ossigeno supplementare per la salita.
Ecco, attraverso il blog di Andrea, le ultime tappe dell’ambiziosa spedizione:
12 SETTEMBRE: il gruppo si è sistemato al campo base dello Shisa Pangma.
18 SETTEMBRE: primo tentativo di attacco alla vetta dello Shisha Pagma ma il gruppo viene fermato dalla tormenta. «È partita una bufera e ci siamo dovuti riparare in tenda scavando una buca. Non potevamo proprio proseguire! Quando tutto si è un po’ calmato e una leggera luce ci ha permesso di vedere quello che avevamo attorno, ci siamo accorti di essere a soli 40 metri dal punto in cui avevamo pianificato di attrezzare il campo», scriveva Andrea.
22 SETTEMBRE: quasi tutte le spedizioni commerciali hanno abbandonato i progetti si salita a causa del vento e delle temperature in discesa (fino a - 40). Ma il team di Andrea non molla e programma un secondo attacco. Andrea si trova al campo 1, a 6.400 metri ed è pronto per puntare verso il campo 2 e poi per la cima insieme a Martin Maier. Benedikt e Sebastian, invece, partiranno dal campo base avanzato e i due gruppi si dovrebbero ritrovare oltre il campo 2.
23 SETTEMBRE: buone notizie dal campo 2 dove Andrea sta cucinando ed è in attesa di Martin. Riposeranno qualche ora e poi ripartiranno. Il meteo sembra essere migliorato e la neve meno brutta di come gli atleti se la aspettavano. Andrea dice che si sta alzando un po’ il vento e la temperatura è nella norma.
24 SETTEMBRE: hanno raggiunto 7.750 metri ma l’avvicinamento alla vetta è difficile. Poi l’ultimo post: «È davvero faticoso! I miei polmoni sono affaticati. Ci sono un sacco di crepacci, dobbiamo stare molto attenti mentre sciamo per scendere»