Calisio, scoppia la polemica su pini neri da abbattere
È polemica sul disboscamento in corso da qualche giorno sulla strada della Flora, la forestale sul Calisio lunga circa tre chilometri che collega Martignano a Montevaccino.
È polemica sul disboscamento in corso da qualche giorno sulla strada della Flora, la forestale sul Calisio lunga circa tre chilometri che collega Martignano a Montevaccino.
Sono comparsi alcuni cartelli con l'indicazione di «Pericolo, lavori forestali» e decine di alberi sono stati segnati e sono pronti per essere tagliati.
Online, in particolare sul gruppo Facebook «Amici degli alberi Trento» (da cui sono tratte le foto) è iniziata una discussione: perché abbattere? Perché disboscare? E il paesaggio?
Un utente del gruppo riferisce: «l mio amico era molto dispiaciuto e mi ha detto che sarebbe meglio tagliassero in mezzo al bosco dove nessuno vede, invece che sulla Flora dove la gente va a camminare e in bicicletta. Verrà a mancare l'ombra, e magari la strada cederà, perchè gli alberi la sostengono.
La strada della Flora è una forestale sterrata che si diparte a quota 530 metri, dalla strada comunale che congiunge Martignano a Montevaccino. Penetra nel bosco, è lunga 3 chilometri, e protetta da stanghe con lucchetto, sia all'inizio che alla fine.
Sono andato a vedere con i miei occhi.
Sono interessati i primi 250 metri di strada, proprio quelli maggiormente percorsi dalla gente».
Un altro utente rilancia le critiche e parla di intervento inopportuno, sottolineando che si criminalizza senza ragione il pino nero.
Ma lancia anche un'altra accusa: si disbosca «come mai prima» per procurare combustibile, vale a dire il materiale di risulta degli alberi abbattuti, alle numerose centrali a biomassa.
A fornire una risposta a queste critiche è l'Azienda Forestale. «Si tratta di normali assegnazioni di legna a uso civico: ogni anno, a seconda dei vari piani programmatici, mettiamo del legname a disposizione dei cittadini che fanno richiesta, naturalmente se c'è la disponibilità».
Tradotto: i singoli cittadini possono fare richiesta presso la propria circoscrizioni per avere delle piccole aree dalle quali ricavare legname per uso privato. La novità è che quest'anno anche a Cognola, dopo tanti anni senza distribuzione, si è deciso di dare la possibilità ai residenti di «prendere» degli alberi. Quanti?
«Sono arrivate tantissime domande - spiegano dalla sede di via Maso Smalz a Trento -, probabilmente perché ci sono stati anni di "arretrati": così abbiamo assegnato 53 porzioni da 25 quintali l'una, compresi rami ma escluse le radici.
Ogni porzione ha tra le due e le sei piante, a seconda del diametro. Si tratta della particella forestale 7 di Cognola».
Fatte due rapide moltiplicazioni, si tratta di 1.325 quintali di legname e un totale che va dalle cento alle trecento piante. Quasi tutte quelle segnate sono lungo la strada: ma perché permettere di tagliarle lasciando una montagna spelacchiata? «Abbiamo evitato di assegnare piante isolate o al centro del bosco per una questione di accessibilità da parte dei cittadini, che avrebbero difficoltà a svolgere le operazioni di taglio e soprattutto trasporto, perché spesso non sono dotati di verricello. Bisogna dire che il pino nero austriaco non è autoctono, è stato piantato 70 anni fa in quella zona, mentre le sua area naturale è l'Austria e alcune parti del Friuli. In questi anni ha svolto la sua funzione e l'intenzione è di lasciare spazio a ciò che sta crescendo nel sottobosco, ovvero latifoglie come frassino e carpino nero. Diciamo che vogliamo assecondare il ricambio».
Le piante che verranno abbattute, quindi, non sono malate e non c'è alcuna motivazione di tipo «sanitario». Sui tempi dei lavori non ci sono dei vincoli. «Quell'area e quella tipologia di piante - concludono dall'Azienda Forestale - non implicano tempi di taglio particolari. In altre zone ci sono tempi prestabiliti, in questo caso non c'è alcun obbligo».