Addio alla pianista trentina Elsa Triangi
Era figlia di artisti: suo padre, Arturo Vecchia, fu una figura di rilievo in campo musicale, violoncellista, suonò con Toscanin
È scomparsa nella notte tra sabato e domenica presso la casa di risposo di Povo la «signora della musica» Elsa Vecchia vedova Triangi. Caduta in casa lo scorso febbraio, era stata prima ricoverata all'ospedale poi alcune complicazioni hanno compromesso la sua fibra fino al trapasso. Aveva 103 anni, essendo nata a Trento il 25 novembre del 1914. Era figlia di artisti: suo padre, Arturo Vecchia, fu una figura di rilievo in campo musicale, violoncellista, suonò con Toscanini, Mascheroni, girò in tutta Europa, poi dall'Africa all'America, ma fu anche un eccellente direttore di coro attivo nelle stagioni liriche del teatro Sociale; sua madre, Olga Lazzeretti, veneziana, morta quando Elsa aveva dieci anni, l'iniziò a cinque anni e mezzo all'arpa poi, però, si dedicò al pianoforte. Si diplomò al Conservatorio «G.B. Martini» di Bologna e si perfezionò con il pianista Guido Agosti.
Seguì vari corsi presso l'Accademia Chigiana a Siena con l'Agosti e con Alfred Cortot affermandosi sempre nei concerti finali. Ha suonato per la Radio Televisione Italiana, per lo studio Beromünster in Svizzera e per il Bayerischer Rundfung di Monaco. Ha svolto un'intensa attività concertistica in Italia, Svizzera, Germania, Jugoslavia, Messico. Ha collaborato in concerti di musica da camera con artisti di fama internazionale. Per una ventina d'anni ha tenuto una cattedra di pianoforte principale al Liceo Musicale «V.Gianferrari» di Trento e per una trentina al Conservatorio «E. Dall'Abaco» di Verona. Andata sposa con il conte Triangi dal quale rimase prematuramente vedova, mai volle fregiarsi del titolo nobiliare. Dagli inizi degli anni Ottanta risiedeva a Mattarello in via delle Cese Longhe, conducendo una vita molto riservata, non disdegnando però di passeggiare lungo la ciclabile o di muoversi fino a qualche anno fa per il paese a bordo di una vecchia Alfa Romeo Giulietta di colore blu. Nel 2014 fu insignita dell'Aquila di San Venceslao. E in quell'anno tenne un grande concerto pubblico a Pergine.
Di questa donna, artista ed insegnante che ha vissuto una vita lunga appagata dalla musica, alla quale tutta si è dedicata e che per gli amici e gli intimi ha suonato fino all'ultimo, pur disturbata da alcuni problemi all'orecchio, ci lascia un affettuoso e grato ricordo il professore e musicista Giuseppe Calliari che ha condiviso con lei una lunga stagione di scambi e frequentazioni. Ne rammenta la ricca umanità fatta di cordialità, simpatia, trasparenza, generosità con le persone che la incontravano ed al tempo stesso la sua riservatezza e l'umiltà; la curiosità verso tutte le forme di bellezza del creato, amava moltissimo i documentari naturalistici. E poi la sua preparazione e la sua bravura, di artista a tutto tondo dalla memoria acutissima. Viveva e dialogava con i romantici: Brahms, Schumann, Schubert e l'amico più caro, il grande polacco Chopin: «La Ballata per pianoforte numero 1 di Chopin è una musica che mi parla», diceva la pianista.
Il giovane direttore d'orchestra di Mattarello Enrico Gerola, dagli otto ai dieci anni, frequentò le sue lezioni che impartiva privatamente e che si aprivano, immancabilmente, con massicce dosi di solfeggio prima di passare agli esercizi sul piano. Su un quadernetto segnava i risultati e quindi assegnava per la lezione successiva i compiti che l'allievo doveva ricordare a memoria: «La memoria va allenata - diceva la maestra - perché un musicista senza memoria è un mezzo musicista». E ricorda con affetto la signora Elsa come una docente rigida e comprensiva, che gli fece dono della «Francesca da Rimini» di Zandonai, diventata poi una delle opere preferite. I funerali di Elsa Triangi si terranno mercoledì alle 10 presso il cimitero di Trento.