La denuncia dei genitori «Atti osceni in piscina»
Saranno le forze dell’ordine a dover cercare di fare piena luce sull’episodio che nel tardo pomeriggio di martedì ha suscitato allarme tra i genitori di alcuni bambini impegnati in lezioni di nuoto e allenamenti in vasca al lido Manazzon, in via Fogazzaro a Trento: al personale in quel momento in servizio all’interno della struttura gestita da Asis è arrivata, infatti, la segnalazione della presenza, all’interno degli spogliatoi, di un uomo di mezza età che, pressoché completamente privo di vestiti, avrebbe tentato di importunare alcuni dei piccoli utenti presenti negli spogliatoi (che sono gli stessi per adulti e bambini, separati solo per genere), pare non arrivando ad avvicinarsi a questi ma lasciandosi andare a comportamenti che avrebbero fatto scattare la reazione di genitori ed accompagnatori dei piccoli.
L’allarme è scattato attorno alle 18 circa ed il tempestivo intervento del personale di Asis ha evitato che si verificasse qualsiasi possibile situazione di pericolo per i giovanissimi utenti. Contestualmente sono stati fatti arrivare in via Fogazzaro i carabinieri della compagnia di Trento che hanno raccolto tutte le testimonianze dei presenti, fondamentali per poter tracciare un quadro preciso dell’accaduto.
«Che, al momento, non è ancora possibile definire», spiega il direttore di Asis Luciano Travaglia: «In queste ore ho raccolto ricostruzioni differenti tra loro sull’accaduto, dunque non è possibile poter arrivare a conclusioni chiare. Quello che giusto sottolineare è che l’intervento del nostro personale ha fatto in modo che l’utenza potesse essere tempestivamente tutelata. Ora, per comprendere che cosa possa essere realmente accaduto non ci sarà che da attendere il termine degli accertamenti da parte dei carabinieri. Abbiamo provveduto a consegnare ai militari dell’Arma le registrazioni delle telecamere di sorveglianza presenti all’interno della struttura, che non possono certo immortalare l’interno degli spogliatoi, ma l’area di accesso agli armadietti sì. Comprendiamo le preoccupazioni all’utenza ma prima di giungere a qualsiasi conclusione, riteniamo sia doveroso attendere che i carabinieri concludano il loro lavoro».