Tonina “riapre” la discarica di Sardagna
«Quella è una zona franosa e va stabilizzata conferendo materiale. Su questo i tecnici non danno alternative e la discarica non può rimanere in quelle condizioni». Mario Tonina, vice presidente della giunta provinciale e assessore all’ambiente, non dà speranze ai tanti che, soprattutto a Sardagna, chiedono di stralciare il progetto di riempimento della ex cava Italcementi a sud del paese. E la loro speranza che con l’ascesa al governo provinciale la Lega, storicamente contraria alla riapertura della discarica, potesse favorire una revisione della strategia di intervento sembra andare delusa; Tonina infatti la settimana scorsa ha ricevuto il comitato assieme al segretario del Carroccio, Mirko Bisesti, che non ha certo sposato tesi contrarie a quelle del collega assessore.
«Ho dato la massima apertura e disponibilità al dialogo - assicura Tonina - ma non possiamo dire che non si fa nulla. Anche perché c’è una richiesta della società Sativa di riprendere i conferimenti già iniziati in passato. Noi abbiamo ereditato questa situazione che ora va gestita, con il dialogo e il buonsenso».
Dopo una lunga sospensione la procedura di valutazione dell’impatto ambientale è ripresa alla fine di marzo. Sativa è proprietaria dei quasi 9 ettari di discarica dove, in forza di una convenzione firmata alla fine degli anni Novanta, conta di conferire in totale 1,2 milioni di metri cubi di materiale inerte, ricavato da demolizioni edilizie. Lo studio, curato dalla società Nuova Ecologia, propone di riattivare la teleferica che sale da Maso Visintainer, a sud dell’abitato di Piedicastello, per portare in quota il materiale frantumato dopo il vaglio e il passaggio in frantoio. Fino al 2008, anno in cui la discarica venne chiusa in seguito alla scoperta di conferimenti di rifiuti irregolari, erano stati portati 670.000 metri cubi di materiale; per concludere il lavoro Sativa calcola di conferire un altro mezzo milione di metri cubi più 174.400 per il ripristino ambientale e di impiegarci altri 15 anni, a cui ne andrebbero aggiunti altri due per la fase di post-gestione. Il progetto prevede di iniziare a riempire la parte a monte, sui 26.922 metri quadri che verranno ceduti al Comune per realizzarvi impianti sportivi e parco, in modo da accelerare la restituzione di spazi alla comunità; terminata questa fase le recinzioni verranno spostate a valle e si procederà con il deposito dal basso verso l’alto.
Sardagna però è un paese in subbuglio. La petizione con cui si chiede di sospendere il progetto di riapertura della discarica è stata sottoscritta da 485 persone in un paese che conta poco più di seicento cittadini elettori. «Siamo sconcertati e angosciati» dice Alessandra Degasperi, referente del gruppo di attivisti locale. Il timore principale è che sottoterra ci sia ancora materiale inquinante, conferito prima della chiusura forzata, che potrebbe lentamente scendere nelle falde acquifere. A questo si aggiungono i timori per polveri e disagi. «Non è bello essere Cassandra ma stiamo parlando del futuro del nostro paese» commenta Degasperi, delusa per l’esito dell’incontro con l’assessore Tonina. Ma quali alternative ci sono per controllare la frana? «Se c’è un movimento di terreno pericoloso che intervenga la protezione civile in altro modo, altrimenti lasciamo tutto com’è e magari tra vent’anni trovano anche il modo di portare via tutto, compresi i veleni nascosti lì sotto» dice. Veleni che Tonina nega, rassicurando sulle capacità dell’Agenzia provinciale per l’ambiente di fare controlli seri sui conferimenti.
In questo braccio di ferro il Comune cerca di mediare tra i diritti acquisiti e le ragioni della popolazione, ragioni condivise senza riserve dal presidente della circoscrizione Alberto Pedrotti. L’assessore all’ambiente di Palazzo Thun, Corrado Bungaro, ha concordato con Tonina la convocazione di un’assemblea pubblica per illustrare, spiegare e discutere il progetto. L’appuntamento è stato fissato per il 27 maggio, subito dopo la chiusura dei termini per la presentazione delle osservazioni allo studio di impatto ambientale.