Musica live nei locali della città In otto mesi più di 20 multe
A Trento la sua è una ricerca da sempre più complicata di quella del Santo Graal. Inseguire e trovare un equilibrio tra l’esigenza al riposo e alla quiete dei residenti e la volontà degli esercenti cittadini di proporre iniziative ed intratetnimenti musicali non è mai stato facile.
A confermarlo ci sono anche i numeri delle sanzioni affibbiate ai responsabili dei locali nei primi otto mesi del capoluogo: poco più di una ventina, per una media che si aggira tra le due e le tre multe al mese.
Non molte, in termini assoluti. Ma dato che Trento non propone certo decine di concerti all’aperto ogni sera, una media di quasi una sanzione ogni dieci giorni è piuttosto elevata.
Tra i casi più clamorosi, nel giugno scorso, in molti ricorderanno quello del locale - e della band, obbligata in solido al pagamento della multa - che aveva dovuto rispondere del mancato rispetto del regolamento di polizia urbana dopo che i musicisti avevano eseguito il bis di un pezzo, prima di staccare l’impianto.
Un ultimo pezzo che, avendo fatto slittare la conclusione della performance dalle 23 (orario limite al venerdì e al sabato a fronte delle 22.30 nel resto della settimana) alle 23.10, aveva contestualmente fatto scattare 179 euro di sanzione da parte degli agenti, che erano intervenuti proprio subito dopo le 23 per verificare il rispetto degli orari.
«Nella maggior parte dei casi - spiegano dagli uffici della Sezione di polizia amministrativa del comando di via Maccani - i nostri agenti dell’annonaria intervengono su precisa segnalazione di residenti o comunque di persone che lamentano il protrarsi delle esibizioni oltre gli orari previsti dal regolamento. In altri casi si procede con verifiche d’ufficio, a campione».
Solo in parte le multe arrivano per il mancato rispetto degli orari: quasi il 50% delle sanzioni, almeno nel 2019, è stato elevato dopo aver accertato l’assenza di autorizzazioni per i concerti, che vanno sempre richieste. Disattenzioni, da parte dei promotori, legate a volte a rinvii per il maltempo.
Molto spesso gli agenti - spiegano dal comando - soprattutto nel caso di controlli d’ufficio, cercano di evitare di essere troppo fiscali, invitando in caso di sforamenti le band a concludere rapidamente le loro esibizioni: non è un caso che l’episodio di giugno sia rimasto isolato e legato probabilmente ad un eccesso di solerzia da parte della pattuglia.
Resta il problema, sollevato ad intervalli regolari da esercenti, band e fruitori degli aventi, del diverso peso dato all’interesse di chi chiama le forze dell’ordine per lamentarsi - spesso anche solo di un lontano sottofondo - e di chi invece cerca di proporre attrattive o di goderne. Una questione che anni di dibattiti e regolamenti non hanno ancora saputo risolvere.