Dall'Ucraina al S. Chiara: Andry, operato a 3 anni per poter camminare
Andry è un bambino ucraino che compirà 3 anni a novembre. È nato con i piedi torti e non poteva camminare. Strisciava come una tartaruga, fino a quando in suo aiuto non è arrivata un’associazione da poco costituita, Aiutiamoli a vivere Trentino Alto Adige, fondata da Angela Shevchuk proprio con l’obiettivo di aiutare i bambini malati o con handicap che vivono in Ucraina e le cui famiglie sono in condizioni di forte povertà. Angela si adopera per trovare per ognuno di questi bambini una famiglia trentina che se ne occupi a distanza.
Gli “angeli custodi” di Andry sono Gabriella Groff e Aldo Pompermaier che nel giro di pochi mesi hanno portato questo bimbo in Italia insieme alla sua mamma, li hanno ospitati per oltre due mesi a casa loro, hanno fatto operare a loro spese il bambino al S. Chiara e tutt’oggi aiutano economicamente la famiglia per le spese di fisioterapia e per le cure di cui il piccolo ha bisogno.
«Inizialmente avevamo mandato dei pacchi di vestiti e medicinali - raccontano Gabriella e Aldo, coppia dal cuore grandissimo - ma subito abbiamo capito che si poteva fare di più e ci siamo mossi per capire se il bambino poteva essere operato a Trento». Grazie all’aiuto del dottor Roberto Ghezzi, attivo nel mondo della solidarietà internazionale con l’associazione Chirurgia pediatrica solidale, Andry è arrivato a Trento. «Purtroppo aveva più problemi di quanto immaginavamo. Olte ai piedi torti soffriva di epilessia e proprio quando era nostro ospite è stato ricoverato più volte per questo. È arrivato il 23 marzo con la mamma e alla fine è stato operato a fine maggio», racconta la donna. Oltre all’ospitalità la famiglia ha pagato tutte le cure e i costi del ricovero (non quelli dell’intervento che il dottor Ghezzi ha effettuato gratuitamente). «Fortunatamente siamo stati aiutati. Il ricovero è stato pagato dall’associazione “Una scuola per la vita”, le scarpe ortopediche dal costo di circa 700 euro in buona parte dal Circolo Culturale Cognola e poi tanti altri amici hanno contribuito a pagare i medicinali e altre spese».
Ora Andry e la sua mamma sono tornati in patria dove la signora ha un’altra figlia. Da dove vivevano si sono trasferiti vicino a Kiev per consentire al bambino di poter effettuare le terapie necessarie. I piedi ora sono diritti e con uno speciale girello il piccolo, che prima si muoveva solo strisciando o su un passeggino, ora riesce a muoversi. Ancora non è autonomo ma questo perché ha bisogno di ulteriori sedute e perché ad aggravare la sua situazione è anche la patologia neurologica che la mamma sta cercando disperatamente di curare.
«Mi manda continuamente video dei progressi del bambino e siamo in costante contatto», spiega Gabriella mostrando i video. «Ogni mese mando un pacco con dentro cose di cui la mamma dice che il piccolo ha bisogno e una piccola cifra. La consegno ad un corriere che raccoglie i pacchi di tutte le famiglie trentine che aiutano questi bambini. Purtroppo nel caso di Andry il papà se ne è andato appena si è reso conto delle difficoltà del figlio, lasciando la mamma da sola a fare fronte ad un problema anche economicamente insostenibile per lei».
Sempre attraverso l’associazione Aldo e Gabriella si stanno prendendo cura di altre due bambine, Anastasia e Angelica. Sono due ragazzine di circa 12 anni con paresi cerebrale. «In questo caso invio alle famiglie pannolini, biscotti, cacao, salviette, vestiti. Ciò di cui hanno bisogno. Pochi giorni dopo, appena ricevono il pacco, le famiglie mi inviano una foto che prova che effettivamente ciò che ho inviato è arrivato a destinazione. Ci sarebbero tanti bambini da aiutare. Si stima che solo in quella zona ci siano 250 piccoli invalidi o gravemente ammalati proprio in conseguenza delle radiazioni legate a Chernobyl», spiega Gabriella.
L’esplosione che ha distrutto il reattore numero 4 della centrale nucleare di Chernobyl nel 1986 secondo gli esperti ha “contaminato” 2.600 chilometri quadrati tra l’Ucraina e la Bielorussia e gli abitanti ne pagano tutt’oggi le conseguenze.