Cedimenti sotto la terrazza Cantiere al rifugio Maranza
A soli dodici anni dalla sua inaugurazione, il Rifugio Maranza di proprietà del Comune di Trento e gestito dall'Azienda Forestale Trento-Sopramonte, continua a presentare problemi strutturali evidentemente originati da una scarsa attenzione nella progettazione, nell'esecuzione ed nella manutenzione ordinaria dell'edificio. Incendio (nel 2009, un anno dopo l'apertura) per lo scarso isolamento di una canna fumaria vicina alle travi in legno, ripetute difficoltà nell'approvvigionamento idrico, allagamenti per tubazioni evidentemente sistemate male, stanze senza isolamento termico e altri piccoli problemi difficilmente comprensibili per una struttura nuova costata alla comunità la bellezza di un milione e mezzo di euro.
La magagna questa volta però è ancora più grave visto che da alcuni giorni è stato transennato all'esterno del rifugio un vero e proprio cantiere con relative macchine operatrici. Da qualche tempo infatti sono stati segnalati dal gestore dei cedimenti nella parte nord-ovest della grande terrazza che hanno originato, come si legge nella delibera comunale di affidamento dei lavori «un esteso quadro fessurativo a carico delle strutture in elevazione sovrastanti (murature in laterizio, pilastri in legno, rivestimenti e serramenti in legno, pavimento in legno della terrazza, parapetti, ecc.) - e che inoltre - i controlli e le misurazioni fino ad oggi effettuati evidenziano che detto fenomeno risulta tuttora in atto e si sta propagando da nord verso sud».
Un dissesto statico preoccupante che, a quanto pare, è dovuto alla fondazione eseguita su «uno strato di riporto poco compattato» che comporterà non solo qualche mese di lavoro (meteo permettendo), ma soprattutto un surplus di spesa per un importo complessivo di 150.000 euro. Saranno installati diversi micropali di fondazione di circa 6 metri per arrivare fino al terreno compatto. Quindi si procederà con una ricucitura delle fessure con prodotti specifici e la rimessa a piombo e in squadra di finestre e porte-finestre coinvolti dal dissesto. Successivamente, è prevista la sostituzione di serramenti e rivestimenti in legno della facciata ovest che saranno demoliti e rifatti in legno della stessa tipologia e dimensione di quelli attuali, recuperando, ove possibile, il materiale esistente.
Si finirà con la sostituzione del pavimento della terrazza «e della relativa sottostruttura in legno ormai marcia ...» e dell'attuale parapetto (non più a norma) che sarà sostituito con uno nuovo sempre in legno ma «in grado di resistere ad una spinta di 200 Kg/ml applicata al corrimano, così come previsto dalle Norme Tecniche Costruzioni del 2018».
Come si vede si tratta di problematiche di una certa gravità che comporteranno non solo prolungati disagi per la struttura (che comunque rimane aperta, pandemia permettendo, nei weekend da ottobre a maggio per la parte riguardante bar e ristorazione), ma che purtroppo consolidano anche gli interrogativi legati al sistema di affidamento degli appalti pubblici e la vigilanza dell'ente pubblico sulla qualità della loro realizzazione.