Funivia del monte Bondone, abbiamo un problema: dovrebbe attraversare sette elettrodotti, e non è possibile
Il 4 marzo si discuterà di grande impianto in Comune a Trento, ma pesa il macigno dei tralicci: le linee andrebbero tutte interrate e per il momento Terna non ha in previsione alcun intervento
TRENTO. La questione tralicci di Terna che sorvolano Sardagna è sempre lì, irrisolta da anni. Adesso, però, che rispunta il progetto del grande impianto funiviario di collegamento tra il fondovalle e il Monte Bondone, il tema si fa ancora scottante. E qualche ipotesi di soluzione dovrà essere messa sul tavolo.
Le tre ipotesi per la Trento-Vason su fune, ultimo aggiornamento dello studio di fattibilità predisposto da Trentino Sviluppo spa (la holding di partecipazioni della Provincia autonoma di Trento), saranno presentate in consiglio comunale il prossimo 4 marzo, seduta sollecitata dal capogruppo del Patt, Alberto Pedrotti, già presidente della Circoscrizione di Sardagna. E in quella sede qualcosa dovrà essere chiarito sulla interferenza tra grande impianto e tralicci dell'alta tensione.
La soluzione più impattante, sul piano economico (60 milioni di euro di costo di realizzo e 2,4 milioni di costo annuo di gestione) e per funzionalità, prevede un impianto a tre funi per il collegamento diretto in telecabina Trento-Vason. Notevole sarebbe l'impatto dei volumi delle stazioni e dell'altezza dei sostegni per la necessità di sorvolare edifici di Sardagna e Vaneze. E con questa soluzione, ecco il punto,
i sette elettrodotti di Terna dovrebbero tutti essere interrati. L'interferenza con gli elettrodotti c'è però anche per le altre due soluzioni progettuali: cabinovia da 31 milioni e impianto misto funifor-telecabina da 35 milioni: sono le due soluzioni più appetibili, in grado cioè di attrarre capitali privati nella realizzazione. Sul tema, lo scorso novembre, ha invocato chiarezza, con un interrogazione, il consigliere provinciale 5 Stelli, Alex Marini.
In dettaglio, Marini ha chiesto se il Comune di Trento abbia inoltrato al tavolo tecnico di confronto istituto tra Provincia e Terna spa «una formale richiesta di interramento degli elettrodotti che transitano sul territorio della circoscrizione di Sardagna ed in particolare nel tratto compreso fra il fiume Adige e la località Candriai e, in caso di risposta affermativa, quale sia stato l'esito dell'eventuale discussione».
La risposta dell'assessore all'ambiente, Mario Tonina, è chiara: «Ad oggi il Comune di Trento non ha inoltrato al tavolo tecnico permanente costituito tra Terna spa e la Provincia formale richiesta di interramento degli elettrodotti che transitano sul territorio della circoscrizione di Sardagna».
Marini ha però chiesto altro. Ha chiesto se, in attesa dello studio di fattibilità del collegamento, «la Provincia non intenda accelerare le pratiche per l'interramento degli elettrodotti (...) al fine di agevolare la futura realizzazione della funivia del Monte Bondone e al contempo di perseguire gli obiettivi di tutela del paesaggio per l'area interessata».
In questo caso, la risposta di Tonina è interlocutoria: «Al momento non vi sono interventi sulle linee aeree ad alta tensione che interessano il territorio della circoscrizione di Sardagna previsti da Terna, cui eventualmente abbinare interramenti o delocalizzazioni degli elettrodotti in parola. Si ritiene comunque – aggiunge l'assessore provinciale – discutere preliminarmente nell'ambito del suddetto tavolo tecnico le ipotesi progettuali relative alla futura funivia del Monte Bondone non appena questa saranno disponibili». Il tema vero, dovrebbe ormai essere chiaro dopo anni di discussioni e investimenti fallimentari (patto territoriale), è il futuro del Monte Bondone, considerato come area vasta di raccordo con la valli dei Laghi e l'Alto Garda. Uno scenario in cui il "grande impianto" dovrebbe essere solo uno dei tasselli di una nuova mobilità di raccordo con il fondovalle e la città, non solo a beneficio dell'afflusso turistico, e non l'elemento principale, per quanto sia considerevole la mole degli investimenti per i quali Provincia e Comune capoluogo condividono sia necessario mobilitare con la finanza di progetto capitali privati.
Di certo, le diverse soluzioni, anticipa Tonina, dovranno essere valutate anche con Terna spa.