Mobilità / La proposta

"Il tram nel futuro di Trento: a Firenze un modello utile per noi, può trasformare la città"

Dopo la missione degli amministratori comunali nel capoluogo toscano, Michele Brugnara (Pd) commenta con entusiasmo: "Sono davvero molti i benefici. Abbiamo parlato e discusso, abbiamo letto gli studi e i numeri e abbiamo visto come funziona"

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TRENTO. «A Trento serve una tramvia. Il tram può cambiare la città, in meglio».

Michele Brugnara, consigliere comunale del Pd, è reduce dalla trasferta a Firenze dove, insieme a tanti colleghi - dall'assessore alla mobilità Ezio Facchin a molti consiglieri comunali e circoscrizionali - è andato a incontrare l'assessore della città toscana Stefano Giorgetti e il progettista Giovanni Mantovani. Ma, soprattutto, è andato a vedere con i propri occhi. E l'intera delegazione, al netto di opinioni che possono legittimamente essere differenti, è rientrata a Trento contenta e arricchita.

Come è andata a Firenze?

Benissimo, siamo contenti. Abbiamo visto e capito quali possono essere delle soluzioni e dei modelli, da applicare anche a Trento, ovviamente riproporzionando il tutto alle dimensioni, visto che Firenze ha 400 mila abitanti e migliaia e migliaia di turisti ogni giorno.

Il tram ha migliorato le cose a Firenze?

Le ha migliorate molto. Abbiamo parlato e discusso, abbiamo letto gli studi e i numeri e abbiamo visto come funziona. Il tema è quello di ridurre le automobili in entrata in città e di conseguenza ridurre le emissioni e rispettare l'ambiente. A Firenze il traffico è stato ridotto del 20 per cento.

E non è stato l'unico beneficio.

No, lungo il percorso della tramvia sono aumentate le attività economiche e la città ci ha guadagnato in termini immobiliari, con una crescita del 10 per cento del valore delle case in quelle zone. Un aspetto sul quale, vedendo dal vivo la situazione, l'opinione è cambiata? Per fare un esempio, ci siamo resi conti che i due binari del tram non sono una barriera. Nel senso che non si tratta di un treno, quindi possono essere tranquillamente superate da tutti e in ogni momento. La tramvia, inoltre, dà anche un beneficio sociale: anziani o disabili sono decisamente più comodi sul tram rispetto all'autobus, si viaggia in maniera più dolce, confortevole e comoda.

Tramvia e Nordus sono compatibili? O uno esclude l'altro? O vanno rimodellati?

Questa, in prospettiva, è la questione centrale. Io ritengo siano complementari per avere una città a misura di ciclisti e di pedoni. Sono sempre dalla parte di un trasporto pubblico di alta qualità: bisogna dare sempre meno spazio alle auto. In tal senso, ad esempio, la Provincia ha troppi posti auto per i propri dipendenti e questo non invoglia nessuno a muoversi con i mezzi se sa che può arrivare quasi dentro l'ufficio in macchina. Tornando alle due ipotesi: l'una ha una valenza urbana, con fermate vicine e in tutti i quartieri e poli attrattivi. L'altro ha una valenza per i pendolari: infatti vedrei una partenza a Mezzolombardo, non a Zambana.

Resterebbe il problema di chi arriva dal bus de Vela e soprattutto da Pergine.

Decisamente, quella è una questione importante. Serve una seria e completa analisi dei flussi. Altro aspetto positivo: la politica che va a vedere come funzionano le cose altrove per "imparare" e, se utile, "copiare". Se l'avessimo fatto con il PalaTrento, ad esempio, avremmo evitato "errori". Concordo. Vedere con i propri occhi è sempre meglio.

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