Tav / Problemi

Il sindacalista trentino che lavora al tunnel del Brennero: «Circonvallazione di Trento, quanti errori, speriamo che la Procura faccia luce»

Stefano Pisetta, responsabile di cantiere a Mules, mette in fila le molte domande sul progetto di circonvallazione ferroviaria, che sconvolgerà la città di Trento per molti anni

TRENTO. Perché in Alto Adige non c’è stata alcuna opposizione al progetto della galleria Tav del Brennero? Perché a Trento non è stata avviata una ampia fase di dibattito e spiegazione? Perché l’area Sloi è ancora inquinata? 
Sono le domande di uno che se ne intende, e da 5 anni lavoria al cantiere di Mules del Brenner Base Tunnel. Stefano Pisetta, sindacalista per la Filca Sgb Cil di Bolzano.

«Da quasi cinque anni sono responsabile del cantiere di Mules, uno dei lotti più importanti della tratta Monaco-Verona del tunnel del Brennero. A Trento il mio impegno nel sindacato mi ha visto per decenni in Filca Cisl, come Segretario generale, seguendo principalmente il settore edile.

Seguo con attenzione il dibattito sulla realizzazione del Bypass ferroviario nel capoluogo trentino e confesso che molti sono i dubbi su quest’opera.

Già quindici anni fa, se non venti, si parlava dell’imponente progetto che si sarebbe dovuto intrecciare ad una delle infrastrutture ferroviarie più importanti al mondo.

Nell’autunno scorso, RFI ha presentato il progetto esecutivo alle istituzioni pubbliche trentine e conseguentemente alla popolazione interessata da quest’opera. Ebbene, mi chiedo se solamente ora Comune e Provincia abbiano scoperto, a progetto fatto, che il Bypass avrebbe interessato l’area ex Sloi- Carbochimica. L’area, com’è noto, non solo è inquinata da piombo tetraetile, ma pare anche da mercurio ed idrocarburi.

La zona, al centro di dibattito pubblico, sotto la lente di ingrandimento delle associazioni ambientaliste, oggetto ora anche di un’inchiesta, non si sarebbe potuta escludere dal piano dell’opera? Mi chiedo poi, come mai in trent’anni quell’area non sia mai stata sottoposta ad una seria verifica dello stato di inquinamento ambientale, prevedendo quindi un progetto di bonifica adeguato. Probabilmente queste risposte, dalla politica locale, non le otterremmo in tempi utili, ma resta il fatto inconfutabile che, sia nel metodo, sia nel merito, molte cose non sono andate nel verso giusto.

Questo Bypass doveva essere proprio progettato in quell’area?

Non si poteva far passare l’alta velocità in un altro percorso, magari più in galleria, partendo con due gallerie a sud di S. Michele all’Adige con sbocco a Trento sud? Costava troppo? E’ puramente una questione di costi perché si dovrebbero costruire molti più Km di gallerie?

Da cinque anni lavoro nel cuore del Tunnel del Brennero e mi chiedo come mai in Alto Adige non sia nato nessun comitato contro quest’opera.

La risposta che mi sono dato è che la politica, in Alto Adige, assieme a RFI e BBT, si è confrontata con le comunità interessate con metodo, aprendo diversi dibattiti pubblici con la popolazione ben prima che il progetto divenisse esecutivo. Come mai a Trento questo non si è fatto? C’era forse il timore o la preoccupazione di non riuscire a gestire il processo del confronto? Bene il risultato è sotto gli occhi di tutti.

Mi auguro solo una cosa, che la Dott.ssa Liverani della Procura della Repubblica di Trento, che sta conducendo un’inchiesta, riesca a far chiarezza nel più breve tempo possibile, in modo tale da rassicurare i trentini.

Bisogna recuperare il tempo perso e cercare di trovare la migliore soluzione.

Negli ultimi cinque anni tra il cantiere di Fortezza e quello di Mules si sono scavati 55 chilometri di galleria. Il prossimo anno partiranno i lavori di costruzione della tratta Fortezza Ponte Gardena dove saranno scavati altri 45 chilometri di gallerie.

Mi sento di dire che forse la politica trentina dovrebbe imparare dall’Alto Adige a gestire le opere pubbliche di una certa importanza (vedasi vicenda NOT) in modo più trasparente, oculato ed efficiente.

Concludo che ho ben chiaro da che parte stare: premettendo che sono a favore dell’opera, ritenutasi strategica anche per il Trentino, sono in questo momento dalla parte di Lega Ambiente, WWF e Gruppo 11 domande per quanto riguarda la criticità ambientale dell’area ex Sloi» conclude Stefano Pisetta, responsabile del cantiere di Mules - Tunnel del Brennero per la Filca Sgb Cisl di Bolzano.

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