“Al parco della Predara c'è un clima ostile”: i gestori dell’Hi Hotel per allontanare lo spaccio
Marco Guadagnini e Alessio Agostini dicono di essere pronti a metterci i soldi di tasca loro per lanciare un progetto di utilizzo ludico e sportivo del parco, magari in collegamento col centro fitness e l'area sportive e anche in collaborazione con il comitato di quartiere, che aveva ipotizzato qualcosa del genere
TRENTO. Gruppetti di spacciatori in sosta sulle panchine, intimidazioni ai passanti, musica ad alto volume, risse. Il parco della Predara da qualche mese sembra essere ripiombato nel degrado che lo caratterizzava molti anni fa. Con la stretta della morsa nella zona della Portela da parte delle forze di polizia una parte dei clan si è probabilmente spostata in San Martino e questo è un problema, non solo per i residenti ma anche, o forse soprattutto, per le attività economiche, in particolare per l'albergo che con le sue 60 camere è uno dei più importanti per la Trento turistica.
«Siamo esasperati. Invece che dedicarci alla nostra attività sprechiamo la maggior parte del nostro tempo a chiamare le forze dell'ordine per segnalare le attività illecite che avvengono qui sotto» spiegano Marco Guadagnini e Alessio Agostini, rispettivamente amministratore unico e socio dell'Hi Hotel, l'albergo che da un paio d'anni hanno preso in gestione ristrutturando il vecchio Albermonaco.
Il clou delle attività criminose nella zona Guadagnini lo ha vissuto sulla propria pelle nel dicembre scorso , quando in piena notte due energumeni hanno fatto irruzione in una stanza spaccando la porta-finestra e sono poi venuti alle mani con l'amministratore,, che dormiva nella stanza accanto e che li ha fatti arrestare.
«Abbiamo investito in questa attività un sacco di soldi e con una presenza media tra i 120 e i 150 ospiti al giorno crediamo di poter dare un discreto apporto anche all'immagine turistica della città. Purtroppo però la cattiva frequentazione del parco ci sta mettendo in grossa difficoltà e anche le recensioni sulla struttura, che sarebbero ottime, stanno peggiorando proprio per colpa dell'ambiente esterno».
Dai balconi della facciata, tutti dotati di vasca idromassaggio, si apre effettivamente una vista spettacolare sui tetti della città e sulla sinistra campeggia la Torre d'Augusto, bastione nord del Castello del Buonconsiglio. Ma i turisti per spostarsi in piazza Mostra e andare verso il centro storico devono passare dalla via Torre d'Augusto proprio accanto alle panchine dello spaccio, e quando si fa sera presenze e clima non sono molto rassicuranti. E il problema in questo caso non riguarda solo gli ospiti dell'albergo ma anche i clienti dell'annesso centro benessere e del ristorante, aperti al pubblico esterno, e a quelli del parcheggio.
Esasperati da questa situazione, documentata fotograficamente da un'agenzia di investigazione privata, Guadagnini e Agostini si sono affidati alle "cure" dell'avvocato Andrea Merler che si è mosso sia a livello politico che legale, inviando un dettagliato esposto alla Questura e chiedendo che il problema venga affrontato in sede di Comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza.
In un incontro col sindaco Franco Ianeselli, il 6 aprile scorso, i due imprenditori hanno ricevuto attenzione e comprensione e della situazione Merler ha informato anche il governatore Maurizio Fugatti. Il problema è che, come noto, se si possono perseguire i singoli reati cogliendo sul fatto gli autori più difficile è eliminare lo spaccio e le cattive frequentazioni in maniera radicale.
Una proposta in questo senso comunque i due albergatori la mettono sul tavolo. Dicono infatti di essere pronti a metterci i soldi di tasca loro per lanciare un progetto di utilizzo ludico e sportivo del parco, magari in collegamento col centro fitness e l'area sportive e anche in collaborazione con il comitato di quartiere, che aveva ipotizzato qualcosa del genere. «Creare un presidio e una presenza continua potrebbe disturbare le attivtà degli spacciatori e dare valore aggiunto alla zona» fanno presente.
«L'importante - aggiunge Guadagnini - è fare presto e magari evitare di impantanarci in pastoie burocratiche che affosserebbero il progetto».