Alla scoperta dell'acqua calda: dal Comune di Trento ok all'esplorazione di una società di geotermia
La «Futura» indagherà il territorio comunale per un’area di 2370 ettari: «Anche dove non si arriverà allo sfruttamento,m l’indagine porterà una mole di dati scientifici interessanti»
TRENTO. La crisi dei combustibili e la necessità di una «transizione ecologica» vera, stanno facendo sorgere nuove imprenditorialità: è il caso di una società che ha chiesto al Comune di Trento di poter eseguire una «mappatura» del territorio con sondaggi non invasivi. In modo da creare una «mappa» aggiornata: dove c’è l’acqua calda sottoterra, e dove poerla sfruttare per il geotermico.
Palazzo Thun quindi informa che «E’ stata inoltrata al Comune da parte del servizio minerario della Provincia autonoma di Trento, che gestisce le concessioni per il sottosuolo, la domanda della Società geotermica Futura S.b.r.l. per l’autorizzazione alla ricerca di fluidi geotermici.
La ricerca interessa un’area dell’estensione di circa 2370 ettari (23.70 km) ricadente interamente nel territorio comunale di Trento.
Dopo aver ricevuto, quale Comune territorialmente competente e in vista della Conferenza di servizi istruttoria, la domanda di permesso di ricerca con piano topografico, la relazione geomineraria e la relazione ambientale preliminare con relativa nota di APPA – l’Amministrazione deve ora pubblicare la domanda all’Albo pretorio comunale per 15 giorni consecutivi, al fine di consentire un’adeguata pubblicità della medesima. C’è tempo poi 20 giorni per eventuali opposizioni o osservazioni.
La Società geotermica Futura compirà un’approfondita ricerca bibliografica sulla documentazione pregressa e gli studi passati per capire quali zone siano più adatte ad essere esaminate.
Si tratta della prima indagine così approfondita che viene svolta nel territorio comunale: un’attività di ricerca – a cui l’Amministrazione guarda con favore visto che il fabbisogno di energie alternative è diventato una assoluta priorità – che anche se non porterà ad uno sfruttamento concreto consentirà di raccogliere una grande massa di dati scientifici grazie a delle indagini geoelettriche non invasive. Si tratta di indagini che arrivano anche a grandi profondità e che arricchiranno la conoscenza del nostro sottosuolo».