Controllare l’ansia grazie alla realtà virtuale: l’indagine della Fondazione Bruno Kessler
A partire dalla prossima settimana, un gruppo di utenti selezionati dell'Azienda pubblica di servizi alla persona (Apsp) “Margherita Grazioli” di Povo potranno esplorare in prima persona uno spazio virtuale in tre dimensioni creato e adattato alle preferenze personali
RICERCA L'ansia si può predire dal volume cerebrale. La ricerca dell’Università di Trento
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TRENTO. Verificare se le nuove terapie basate sulla realtà virtuale con utilizzo di visore ottico sono in grado di fornire una risposta più precisa e personalizzata al problema della gestione dell'ansia nelle persone anziane che presentano compromissione del funzionamento cognitivo.
È questo - si apprende - l'obiettivo di uno studio promosso dalla Fondazione Bruno Kessler (Fbk) nell'ambito del progetto “TrentinoSalute4.0”. L'indagine sugli effetti dell'utilizzo della realtà virtuale sugli anziani è stata approvata dal comitato etico dell'Azienda sanitaria ed è oggetto della tesi di dottorato di Susanna Pardini, psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale del dipartimento di psicologia generale dell'Università di Padova e della Fondazione Bruno Kessler.
«Diversi studi nazionali e internazionali in questo settore hanno evidenziato come le esperienze con la realtà virtuale e la realtà aumentata costituiscano un importante strumento per la gestione di diversi sintomi comportamentali e cognitivi legati al deterioramento cognitivo, e ne hanno dimostrato l'efficacia nell'incremento del benessere, migliorando la qualità di vita dei pazienti», spiega la ricercatrice.
A partire dalla prossima settimana, un gruppo di utenti selezionati dell'Azienda pubblica di servizi alla persona (Apsp) “Margherita Grazioli” di Povo potranno esplorare in prima persona uno spazio virtuale in tre dimensioni creato e adattato alle preferenze personali. I benefici attesi riguardano la riduzione dello stato di ansia senza l'utilizzo di farmaci e l'aumento di benessere generale.