Emergenza freddo, nel dormitorio di Trento ospitati anche tanti lavoratori
L'Assemblea antirazzista, che gestisce il dormitorio supplementare: le persone arrivano soprattutto da Pakistan, Marocco, Tunisia ed Egitto. Il sindaco Franco Ianeselli: "L'accoglienza trentina dovrebbe cambiare radicalmente"
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TRENTO. I ventiquattro posti aggiuntivi allestiti lunedì scorso nella palestra delle ex scuole Bellesini sono stati immediatamente occupati da altrettanti richiedenti protezione internazionale. A quanto riferisce Chiara Aliberti, volontaria dell'Assemblea antirazzista, che gestisce il dormitorio supplementare messo a disposizione dal Comune, gli ospiti arrivano soprattutto dal Pakistan, dal Marocco, dalla Tunisia e, in misura minore, Egitto. Tra loro - si apprende - diversi sono lavoratori.
"C'è qualcuno che arriva tardi la sera, perché fa il cameriere nei locali di Trento, altri partono presto la mattina perché fanno i muratori - spiega Chiara - Lavorare quando si dorme in strada non è solo difficile, a mio parere è una condizione in netto contrasto con la Costituzione, che ci obbliga ad assicurare dignità ai lavoratori", spiega Aliberti. Il dormitorio è stato aperto dal Comune in via emergenziale visto l'improvviso abbassamento delle temperature. Al suo interno, si alternano volontari dell'Assemblea antirazzista, riferimento locale dell'associazione Melting pot Odv, e del Collettivo rotte balcaniche, formato soprattutto da studenti universitari. In tutto i posti per richiedenti protezione internazionale finanziati dall'amministrazione cittadina sono 48.
"Molti richiedenti protezione internazionale presenti sul territorio lavorano. Secondo la legge, è possibile farlo passati 60 giorni dalla formalizzazione della domanda di protezione internazionale. È chiaro che questo sistema è inumano perché, paradossalmente, costringe a vivere senza diritti persone che lavorano e contribuiscono al Pil provinciale. L'accoglienza trentina dovrebbe cambiare radicalmente, sia distribuendo su tutto il territorio trentino i nuovi arrivati, sia considerando i richiedenti protezione internazionale non solo come mera forza lavoro, ma come cittadini", afferma il sindaco Franco Ianeselli.