Villazzano, circoscrizione contro i tralicci dell’elettrodotto sulla Marzola
L’ente conferma la posizione critica verso l’impianto che prevede l’esbosco per 29 tralicci dell’alta tensione, con un costo da 17 milioni di euro. La presidente Alessia Tarter: «Ribadiamo la nostra contrarietà, ma l’amministrazione comunale va per la sua strada, non si vuole approfondire la possibilità di un interramento»
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TRENTO. Villazzano, nell'ormai lontano 2015, era stata l'unica circoscrizione cittadina a respingere il progetto del nuovo elettrodotto Terna sottoscritto nel 2010 dall'allora governatore Lorenzo Dellai e dall'ex sindaco di Trento Alessandro Andreatta.
Un progetto da 17 milioni di euro che porterà sulle falde della Marzola 29 tralicci dell'alta tensione (132 Kv) con altezze che variano dai 24 ai 42 metri con un devastante impatto visivo, un esbosco indiscriminato, l'inevitabile costruzione di nuove strade di servizio e altre conseguenze non considerate del corposo documento consegnato per la valutazione di impatto ambientale come, solo per fare un esempio, i danni causati dai campi elettromagnetici sull'avifauna.
«Questione di tempo - si diceva allora nel dibattito - ma ai piedi della Marzola arriveranno le ruspe e le motoseghe. Qualcuno beneficerà di qualche abbondante porzione di legna da ardere, ma la montagna intorno a Trento che aveva il pregio di essere la più incontaminata, sarà fatalmente deturpata».
Previsione azzeccata: per ora mancano le ruspe ma sono arrivate motoseghe, elicotteri e betoniere per l'installazione della nuova linea, cataste di legna da ardere e per cippato, ammucchiate alla bell'e meglio dall'elicottero sui prati delle ex polveriere di Pramarquart in attesa dell'assegnazione o della vendita. Una sorta di "Vaia 2" che poteva essere facilmente "attenuata" se fossero state valutate le alternative come l'interramento della linea, proposte dalle associazioni ambientaliste, da qualche politico lungimirante e dalla stessa circoscrizione di Villazzano che, attraverso un post sui social, torna ora all'attacco con la presidente Alessia Tarter (nella foto) che sostanzialmente conferma perplessità e contrarietà a un progetto che andrà inevitabilmente a incidere pesantemente su questa parte di montagna.
«In merito ai recenti lavori che l'occhio delle persone più attente può vedere sulle pendici della Marzola - inizia il post della presidente - la Circoscrizione di Villazzano ritiene opportuno ribadire e esprimere nuovamente la propria posizione. Nei giorni scorsi si sono potuti vedere degli elicotteri che effettuavano alcuni viaggi trasportando alberi tagliati sulle pendici della Marzola. La circoscrizione ha già manifestato la propria contrarietà all'opera con delibera del 13 gennaio 2015, quando l'allora Consiglio circoscrizionale esprimeva parere contrario al progetto esposto da Terna Spa; il 22 gennaio 2021 si è nuovamente tornati sulla tematica, chiedendo al Comune e, per suo tramite, agli organi provinciali, se si ritenesse opportuna e fattibile la modifica del progetto, prevedendo l'interramento anche grazie alle numerose strade forestali presenti, che avrebbero semplificato l'operazione. La risposta prontamente giunta dal Servizio sostenibilità e transizione ecologica - continua il documento - ribadisce nuovamente l'appoggio totale dell'amministrazione comunale al progetto, visto come soluzione migliorativa dello stato di fatto degli elettrodotti che attraversano la città di Trento. Rimane però incomprensibile il motivo per cui non si sia voluto approfondire con la società Terna Spa la possibilità di interrare la nuova linea in fase di realizzazione, certamente con un aumento di costo, ma con un indubbio duraturo beneficio paesaggistico, viste anche le simili operazioni realizzate in altre zone dalla stessa società. Rimaniamo pertanto perplessi - conclude Alessia Tarter - di fronte a tale chiusura, ma in ogni caso disponibili al dialogo con chi giustamente, manifestasse preoccupazione».
A lavori avviati resta ovviamente impraticabile un ripensamento sul progetto ma rimane irrisolto il "mistero" del motivo per cui, nel 2010, non si sia mai pensato di coinvolgere le circoscrizioni sul cui territorio (tra l'altro gravato da Uso Civico), era ipotizzato un progetto di tale portata.