Ex ostello, ma anche ex municipio, rifugio Calisio e tre masi: il Comune di Trento cerca compratori
Palazzo Thun aggiorna l’elenco dei beni pubblici da «far fruttare», ma sono anni che ci si prova e non si arriva a concludere
TRENTO. Sono sempre l'ex Ostello di via Manzoni e il vecchio Municipio di via Belenzani 54 i fiori all'occhiello del proprio patrimonio immobiliare che il Comune di Trento vuole in qualche modo valorizzare. Ovvero: provare a vendere, ma anche trovare una nuova destinazione per dare loro nuova vita.
Quella che, dopo le varie aste andate a vuoto e il tentativo di cessione non riuscito a Invimit sgr (società del Ministero dell'economia) per trasformarlo in uno studentato, potrebbe avere proprio l'ex Ostello se andasse in porto l'idea dell'assessore provinciale alla casa Simone Marchiori di acquistarlo nell'ambito dell'iniziativa «Ri-Urb» per l'housing sociale. L'edificio era stato stimato sui 2,8 milioni di euro.
L'elenco della trentina di immobili da valorizzare è contenuto in una delle ultime delibere approvate dalla giunta guidata dal sindaco Ianeselli. Si tratta di proprietà che non sono più strumentali all'esercizio delle funzioni istituzionali e che, quindi, sono «suscettibili di valorizzazione ovvero di dismissione», di fatto un adempimento amministrativo che a Palazzo Geremia sono obbligati a fare ogni anno per avere chiara la situazione.
Sul mercato c'è anche l'ex Municipio al centro di via Belenzani, dopo che le trattative con Università e Cassa Centrale banca non sono andate a buon fine e che ora attende una nuova destinazione.
Dentro l'elenco c'è anche un immobile storico - almeno dal punto di vista della storia industriale di Trento -, ovvero l'edificio ex Laverda di Roncafort. Un edificio completamente da ristrutturare e che più volte il Comune ha provato a vendere, ma senza risultati.
Nell'elenco anche tre masi che nel corso degli anni sono finiti nella disponibilità patrimoniale del Comune. A partire dal Maso "Ghiaie del Fersina" in via Fersina che un tempo si ipotizzava potesse trasformarsi in palazzina a servizio del campeggio della città. Intervento che, però, venne successivamente ridimensionato, tanto che la campagna attorno al maso è stata asfaltata per farne una semplice area sosta per i camper.
Nella ricognizione finisce poi Maso Serafini al Casteller, per il quale il Comune attende la definizione del contenzioso con il contadino gestore per deciderne le sorti.
A Mattarello futuro tutto da scrivere per Maso Bellavista, così come per l'ex Maso Tasin nella zona di Gocciadoro: entrambi sono comparti arrivati al Comune negli anni Novanta attraverso una permuta con la Provincia e hanno dunque un vincolo pubblico di destinazione che non rende facile piazzarli.
Futuro da pensare anche per l'ex scuola elementare di Villamontagna e per le ex scuole materna ed elementare di Cadine, mentre dalle ex Bellesini di Cristo Re si ipotizza di ricavare una foresteria per lavoratori.
Salendo di quota, per l'ormai chiuso Rifugio Calisio l'idea è quella di affidarlo in concessione a privati od enti a fronte dell'impegno alla ristrutturazione ristrutturarlo), mentre a Vaneze il destino dell'auditorium è legato ai progetti sulla località turistica. Potrebbero invece trovare compratori l'edificio ex Bersaglio di corso Buonarroti e la palazzina di via del Malgar a Meano (per la quale è stato fatto un bando).
Nell'elenco, figurano anche il piano seminterrato del Palazzo della Filarmonica, in via Verdi, che il Comune non intende affatto vendere, il Forte Alto di Mattarello e una serie di porzioni di casa al Norge, in Oltrefersina e l'ex lavatoio di Cognola.
Molto probabile per altro che gran parte di questi edificio li ritroveremo anche l'anno prossimo nell'elenco di immobili da valorizzare.