Il camoscio si eccita per una lei, ma è solo una sagoma di legno

di Tiziano Dalprà

Può capitare anche questo sugli Altipiani Cimbri, terre della fantasia, dell’ingegno e delle emozioni. Lungo le piste tematiche che dall’Alpe Cimbra si snodano verso il Cengio Rosso Fondo Piccolo, la Val delle Lanze ed il Dos del Gal/Monte Coston, sono state predisposte delle sagome di animali, dei pupazzi, il tutto crea un percorso didattico da offrire alle famiglie ed ai bambini, che possono sciare divertendosi ed immergendosi quasi in simbiosi con il territorio. Un festival di animali artificiali raffiguranti la fauna della montagna.

Qui viene il bello. In queste zone un po’ legate all’antico, un po’ selvagge sono soliti girare dei camosci, animali che anno dopo anno aumentano di numero e cercano nuove emozioni. I maschi invecchiando , come gli uomini, si rintanano in posti solitari e vivono la loro metamorfosi , fatta di ricordi e solitudine. Così forse è per un maschio maturo di camoscio , un po’ burbero ed un po’ malinconico che si è imbattuto in una sagoma raffigurante il suo genere. Dopo aver girato ad alcuni metri di distanza, dopo aver annusato l’insolita, statica compagna, inizia la danza dell’amore , danza antica come il mondo.

La foto raffigura nella sua essenza principale la caparbietà del maschio nel corteggiare l’insolita femmina, una femmina che sembra corrispondere ai desideri ancestrali dell’animale, infatti resta ferma come una statua ed ancorata al terreno, lei che di fatto è una statua.

Foto magnifica che simboleggia l’universalità dell’amore, spesso le cose anche se inanimate raffigurano una meta, simboleggiano un qualcosa.

Il maschio di camoscio probabilmente nella zona non trovava di meglio ed allora si è accontentato di un azione effimera, dolce, consueta e normale dentro un territorio che racconta leggende.

In questi percorsi che l’uomo ha trasformato a sua immagine , quasi sempre sono gli animali veri a dominare, a dettare il ritmo delle stagioni.

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