Lupi sbranano Osvaldino: l'asino era la star della fattoria didattica
L'asino Osvaldino aveva un carattere docile, era abituato a farsi montare e a farsi accarezzare il muso dai bambini. Quando venerdì notte ha visto il branco di lupi avvicinarsi nell'oscurità ha subito capito di non avere scampo: era una preda facile, senza via di fuga. La mattina i suoi padroni hanno trovato il suo corpo a brandelli, nel recinto della fattoria didattica di Malga Riondera, nella Lessinia alense. La bestiola di sei anni era diventata un'attrazione per l'azienda agricola della famiglia Delmonego; i clienti prenotavano nella struttura anche per rivederlo e accontentare i figli che chiedevano insistentemente di lui. L'attacco dei lupi è il secondo avvenuto in terra trentina dopo quello di malga Barognolo della scorsa estate, quando erano morte tre asine.
L'aggressione, secondo la ricostruzione della Forestale intervenuta sul posto, sarebbe avvenuta nella notte tra venerdì e sabato scorsi. Osvaldino si trovava con altri due esemplari all'esterno dell'agriturismo, difeso solo da un filo elettrificato. I proprietari della malga non si sono accorti di nulla e la morte dell'animale dovrebbe essere avvenuta per mano di diversi lupi. Al momento nel territorio della Lessinia potrebbero esserci circa una decina di predatori riuniti in un branco, quello costituito dalla coppia ormai famosa di Slavc e Giulietta. «Era stato a lungo addestrato per l'attività didattica con i bambini, attività che ora non sarà più possibile realizzare fintanto che non prepareremo un altro asino. Inoltre - spiega Andrea Delmonego - non era un animale da carne, ci eravamo affezionati».
La Provincia, attraverso il progetto Life Wolfalps, si sta occupando di monitorare la presenza del predatore in Trentino, cercando di fornire agli allevatori i mezzi per convivere con il lupo. «Da parte nostra c'è la massima disponibilità a lavorare sulla prevenzione del danno», sottolinea Claudio Groff, referente del Servizio foreste e fauna. Nelle prossime settimane si valuterà se fornire al gestore della malga un cucciolo di pastore maremmano, una specie da sempre utilizzata per la protezione delle gregge. Inoltre la struttura verrà dotata di una recinzione più efficace, in modo che gli animali rimasti, tre pecore e le asine Squaterna e Anastasia, non vengano avvicinate dal branco. «Ci sentiamo spiazzati, non sappiamo cosa fare, perché questa per noi è una situazione assolutamente nuova. L'altra sera sono uscito dalla malga e mi sono trovato di fronte otto occhi che mi fissavano nel buio. Ammetto che ho avuto paura, ma poi ho scoperto che erano caprioli. Un anno fa non avrei provato quella sensazione», conclude Delmonego.