Lizzana, il bar dell'oratorio nel mirino per la musica live

È bastata una multa. Una porta lasciata aperta, la musica che si sentiva all’esterno, le telefonate ai vigili da parte dei vicini. Ecco, quella porta lasciata aperta rischia di cambiare il volto del bar Oratorio di Lizzana. Perché prima è arrivata la multa - non spiccioli: 516 euro - e poi la comunicazione del Comune: niente più concerti fino a fine istruttoria. Il che vuol dire anche 90 giorni, posto che questo è il termine che si prende palazzo Pretorio per valutare il caso di Lizzana. Nel frattempo il bar viene silenziato. Ed ora i gestori sbottano: «Fare concerti è l’unico modo per portare a Lizzana le persone, abbiamo sempre chiuso i concerti entro la mezzanotte. Se ci impediscono di continuare, noi restituiamo le chiavi». E intanto spunta l’idea: un happy hour all’ora dell’aperitivo, condito da un minuto di silenzio. «Lo chiameremo Rovereto è morta», sorridono amari i gestori.

Quella che coinvolge il bar oratorio a Lizzana è solo una delle puntate della querelle sulla movida in città, che ora si allarga oltre i confini del centro. E ne sanno qualche cosa Elisa Calaon e Emanuele Benedetti, che da quest’inverno hanno preso in gestione il bar Oratorio a Lizzana. Ma i due giovani si sono resi conto in fretta che per far arrivare la gente a Lizzana il sabato sera serve qualcosa di più che un sorriso cordiale e buoni aperitivi. Quindi hanno iniziato ad organizzare concerti: «Ne facciamo uno a settimana, con regolare permesso, a volte all’esterno, a volte all’interno - spiegano i due gestori - A parte forse la prima sera, abbiamo sempre rispettato alla lettera gli orari: entro mezzanotte i concerti si fermano. Ma abbiamo saputo di una raccolta firme contro di noi».

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I vicini si lamentano, troppa confusione. Allora al bar Oratorio hanno allestito pannelli fonoassorbenti e tende in tessuto che dovrebbero far da barriera al rumore. Non è bastato. «I vigili vengono spesso. In una serata a giugno sono arrivati, c’era un’infinità di gente, non si passava. Il concerto era all’interno, la porta al loro arrivo era aperta. Abbiamo fatto notare che non era possibile chiuderla e che i clienti la usavano per entrare ed uscire, il passaggio era continuo. I vigili non hanno detto nulla, se ne sono andati. Nei giorni scorsi sono arrivate queste due comunicazioni. La multa e il divieto di fare concerti». Peccato che così, dicono, si metta a rischio il locale: «Nelle serate con i concerti abbiamo una media di ottanta persone, che girano. Quando i concerti non ci sono, ne abbiamo meno di dieci.

I conti si fanno in fretta. Se ci impediranno di fare musica per 90 giorni, semplicemente chiuderemo». E anche quelli sono posti di lavoro.
C’è un altro fronte, insomma, nel caso movida.

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