Alcol, gioco e cibo: le nuove fragilità si combattono insieme
Aprile è il mese della prevenzione alcologica ed anche la Vallagarina fa la sua parte con tre appuntamenti che hanno l’obiettivo di informare e sensibilizzare le persone a questa tematica, ma anche, più in generale, ai corretti stili di vita. La Vallagarina però fa anche molto altro, perché da anni ormai è diventata un territorio sensibile non solo alle problematiche legate all’uso eccessivo dell’alcol, ma anche a tutte le altre fragilità che possono far vacillare una persona. Parliamo di fumo, di droghe, di psicofarmaci, di gioco e perfino di consumo di carne, sale e zuccheri semplici. Ebbene sì, anche il cibo. Perché c’è anche la corretta alimentazione tra le abitudini che migliorano la salute pubblica.
«La riduzione di questi consumi medi (di alcol, fumo, droghe, psicofarmaci e via dicendo, ndr) porta benefici alla salute, alla riduzione della non autosufficienza ed alla salvaguardia del pianeta» spiega il dottor Luigino Pellegrini, responsabile del servizio alcologia centro antifumo della Vallagarina. «Anche questi obiettivi sono raggiungibili solo se tutta la popolazione liberamente ma consapevolmente introduce piccoli o grandi cambiamenti nei propri stili di vita».
È per questo che negli ultimi quattri anni in Vallagarina accanto ai club degli alcolisti, le associazioni più radicate nel tempo, sono nati i club di ecologia familiare ossia quei gruppi «in cui possono essere accolte persone e famiglie con fragilità diverse, favorendo un approccio familiare alla multidimensionalità del disagio ed al contempo l’accessibilità territoriale».
Sono all’incirca trenta i gruppi sparsi per la Vallagarina che si incontrano con cadenza settimanale settimana. Sono aperti a tutti ed aiutano innanzitutto a prendere consapevolezza dei propri disagi e poi ad affrontarli secondo un approccio che è diverso dall’idea che abbiamo di aspettare che qualcuno risolva i nostri problemi. In questo contesto il gruppo sostiene chi arriva chiedendo aiuto e, nell’arco di poco tempo, lo rende conspevole del fatto che lui stesso è una risorsa per gli altri. Proprio con le sue fragilità, che possono avere diverse sfumature ma spesso portano alle stesse sofferenze. «Come per esempio l’accettare un figlio omosessuale, che rappresenta una diversità in questo caso e non una fragilità», aggiunge il dottor Pellegrini facendo capire come può essere ampio lo spettro dei disagi.
«La sofferenza all’interno di una famiglia può essere legata a disagi diversi, ma non cambia molto. Le lacrime non hanno colore, sono uguali qualunque sia il loro motivo. Ma nel gruppo per “contagio” si acquisisce consapevolezza e sensibilità a tutti i tipi di fragilità» racconta Franco Baldo, presidente dell’Acat Montalbano Mori. Lo stesso gruppo che insiste sul territorio Vallagarina e Rovereto è presieduto da Giorgio Graiff. «In Vallagarina - spiegano - è molto forte la collaborazione tra pubblico e privato, tra Azienda sanitaria e associazioni e questo fa in modo che l’uno sostenga l’altra e viceversa». Così come accade quando gli operatori dei servizi sanitari diventano volontari: ne sono un esempio Anna Giacomuzzi, educatore professionaele servitrie del gruppo «Risplendere insieme» di Volano e Anna Gaifas, infermiera Serd e servitrice del club di ecologia familiare 360° del Brione. In tutti questi gruppi c’è sempre la porta aperta a chi si vuole affacciare: di solito si entra con il peso di ciò che fa soffrire reso ancora più insopportabile dalla solitudine che questo crea intorno, ma si esce più leggeri. Perché quel fardello non si deve più portarlo da soli.