Intrappolato in una forra Salvato a notte fonda
Soccorrere una persona precipitata in fondo ad una forra è già complicato di giorno: perché è difficile arrivarci e perché una volta raggiunto il ferito va valutato e stabilizzato sul posto, in condizioni spesso estreme. Figuriamoci soccorrere un uomo precipitato in fondo ad una forra in piena notte.
È quel che è accaduto nella notte tra mercoledì e giovedì in Vallarsa, quando l’infermiere ed i sanitari di Trentino emergenza e gli uomini del soccorso alpino di Rovereto sono stati chiamati per recuperare un uomo veneto di 65 anni precipitato tra le rocce per sei metri. Faceva parte di una piccola spedizione composta da tre escursionisti che, forse proprio perché si erano attardati sul sentiero, avevano cercato una scorciatoia. Il buio però li ha traditi nella val di Gatto ed uno dei tre è precipitato in una forra.
L’allarme lanciato dai suoi compagni è arrivato alla centrale del 112 pochi minuti prima delle 23: ambulanza e soccorso alpino hanno risalito la Vallarsa fino al Pian delle Fugazze, per poi imboccare la strada degli eroi e camminare a piedi per una ventina di minuti prima di arrivare sul luogo dell’infortunio. Per illuminare il sentiero impervio avevano a disposizione soltanto frontalini e torce. A quell’ora infatti il buio era totale.
L’uomo in fondo alla forra nel frattempo fortunatamente non aveva mai perso conoscenza, ma era dolorante. Bisognava raggiungerlo, quindi gli uomini del soccorso hanno aiutato anche i sanitari a scendere con l’imbragatura. Quando finalmente sono arrivati vicino al ferito hanno potuto valutarne le condizioni per portarlo sul terreno e stabilizzarlo prima del viaggio verso il pronto soccorso di Rovereto. Ma l’ambulanza non era lì a due passi stavolta, per raggiungerla bisognava ripercorrere l’accidentato sentiero dell’andata con in più il peso dell’uomo in barella.
Ci è voluta un’ora per arrivarci, caricare il ferito e trasportarlo al pronto soccorso del Santa Maria del Carmine, dove l’escursionista infortunato è arrivato quattro ore dopo la rovinosa caduta assieme a quelli che l’altra notte sono diventati i suoi angeli custodi.
Una volta in ospedale poi all’escursionista ferito sarebbero stati riscontrati alcuni traumi a vertebre e costole e fratture minori.