Il ministero ai leghisti: «I treni sono sicuri»
Dal ministero dei Trasporti è arrivata la risposta all’interrogazione degli onorevoli del centro destra Vanessa Cattoi, Diego Binelli, Maurizio Fugatti, Stefania Segnana e Giulia Zanotelli che all’indomani dell’aggressione a carico di una capotreno ad Ala avevano depositato il documento parlamentare per sapere «alla luce della crescita esponenziale degli episodi di violenza che vedono vittime il personale dipendente di Trenitalia da parte di passeggeri sprovvisti di biglietto, quali iniziative i Ministri interrogati intendano mettere in atto per garantire la sicurezza del personale impegnato nel lavoro sui treni».
La vicenda di cui si era occupato l’Adige si riferiva ad un episodio che si era consumato intorno alle 19 del 21 marzo alla stazione ferroviaria di Ala quando la capotreno, una donna di Bolzano con anni di esperienza sulle spalle, aveva chiesto ad un ragazzo straniero di mostrarle il biglietto. Il passeggero aveva invece reagito in malo modo urlando contro di lei e, strappatole il tablet dalle mani, lo aveva gettato a terra e distrutto. Per questo il treno era rimasto fermo mezz’ora, mentre il ragazzo era stato inseguito dai carabinieri per le strade di Ala. Alla solidarietà alla capotreno, a suo tempo si erano aggiunte le proposte a livello locale per migliorare la sicurezza, tra cui la conferma dell’entrata in funzione entro il 2018 dei tornelli alla stazione di Ala e un rafforzamento del controllo sui treni a più alto rischio.
Gli onorevoli leghisti hanno quindi voluto rivolgersi ai istituzionali livelli più alti e, quattro giorni dopo l’episodio, si sono rivolti al ministero dei Trasporti che, a nome del vice ministro Riccardo Nencini, ora risponde che la sicurezza sui treni fa capo alla Polizia, e quindi al ministero degli Interni. Sul tema però, «al fine di fornire una risposta sulle problematiche segnalate dagli onorevoli lnterroganti», si è voluto sentire anche Gruppo ferrovie dello Stato italiane (Fsi) che ha ribadito tutta una serie di contromisure, tra cui il rinnovo della «convenzione con il servizio di polizia ferroviaria», «una campagna di comunicazione antiaggressione», «l’ammodernamento degli impianti di videosorveglianza a bordo treno», una «campagna di dissuasione» per sottolineare che il capotreno quando controlla i biglietti «è un pubblico ufficiale» e che «le carrozze sono munite di telecamere», «incontri mensili con Polizia, Polfer e personale Trenitalia per individuare le tratte e i treni che presentano maggiori elementi di criticità e a definire le opportune contromisure, tra cui le cosiddette “scorte a bordo treno” eseguite dalla Polizia ferroviaria», un «pool antievasione» che «offre supporto al personale di front-line sia a terra che a bordo treno».
Per proteggere il proprio personale, inoltre, Fsi offre «tutela legale gratuita e assistenza psicologica ai dipendenti rimasti vittime di aggressioni», «corsi antiaggessione» triennali e «istituzione in collaborazione con la Polizia ferroviaria del numero telefonico 1600 usato dal personale di Trenitalia in caso di pericolo».