Val di Gresta, paesaggio rurale da catalogo
Il primo passo è stato fatto. E ha permesso di portare il sistema agricolo terrazzato della Val di Gresta all’attenzione dei delegati Fao di Giahs (Global Important Agricultural Heritage System) e ai membri dell’Onpr (Osservatorio Nazionale dei Paesaggi Rurali). La settimana scorsa, a Bologna, in occasione di una due giorni dedicata ai Paesaggi rurali e marini tradizionali, una delegazione grestana, composta dall’architetto Francesca Bertamini, dal sindaco di Ronzo Chienis Piera Benedetti e l’assessore al turismo di Mori Flavio Bianchi, dai rappresentanti del Biodistretto, del Consorzio ortofrutticolo e di alcune aziende agricole del territorio (NaturGresta, Maso Naranch, Abete Rosso, Agriverde e Ars Naturae), ha presentato ufficialmente la candidatura della Val di Gresta al Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali Storici. Una candidatura che, qualora venisse approvata, garantirebbe al giardino biologico del Trentino un riconoscimento di assoluto valore. Dal lago di Loppio ai 2000 metri del Monte Stivo, accarezzato dalla brezza del Garda, si nasconde infatti un paesaggio terrazzato unico nel suo genere che, secondo i promotori, nulla ha da invidiare alle colline vitate del Soave, ai muretti a secco di Pantelleria o agli oliveti secolari dell’appennino meridionale, già inseriti nel Registro nazionale. La bellezza che deriva da una lunga storia di interazione armoniosa tra mondo rurale e natura, i terrazzamenti che con le loro diverse colorazioni stagionali marcano e delineano il paesaggio e le pratiche agricole tradizionali, ormai vocate al biologico: queste le carte che ha intenzione di giocarsi la val di Gresta.