Ala, niente esonero dell'Ici Colli Zugna adesso deve pagare
I fabbricati di pertinenza di una cooperativa agricola sono o non sono edifici rurali? Domanda solo apparentemente tecnica, visto che da un sì o da un no discende o meno l’obbligo di pagare l’Ici, l’imposta comunale sugli immobili, per il proprietario. A questa domanda hanno risposto in maniera diametralmente opposta la commissione tributaria di secondo grado di Trento e la corte di cassazione, chiamate a decidere su un ricorso proposto dalla cantina sociale di Mori Colli Zugna contro il Comune di Ala. Al quale la cooperativa chiedeva la restituzione dei versamenti Ici.
L’immobile in questione è quello della cantina di Serravale, sede della Colli Zugna fino a prima della fusione con la sociale di Mori. Il contenzioso fra amministrazione comunale e la cooperativa dei viticoltori è andata avanti per qualche anno e su questo pende una prima bocciatura da parte dell’ufficio tributi del Comune e del primo grado della corte tributaria. Eppure la questione, e questo lo riconosce anche l’amministrazione di Ala, è e resta controversa: «La questione oggetto del contendere - qualificazione rurale o meno dei fabbricati delle cooperative agricole - è di incerta definizione poiché, accanto a decisioni giurisprudenziali conformi alla sentenza, esiste copiosa giurisprudenza, anche recente, di segno esattamente opposto; vedi da ultimo la sentenza della cassazione, sezione tributaria, del 27 settembre 2005 numero 18853 che ritiene assoggettabili ad Ici i fabbricati dalle cooperative agricole».
La commissione tributaria di secondo grado, ribaltando il verdetto precedente, ha dato ragione a Colli Zugna sconfessando quella di prima grado che, al contrario, aveva ordinato alla cantina di pagare l’Ici. Il Comune si è visto quindi costretto ad impugnare la sentenza portando la questione alla suprema corte. Che ha avallato la tesi di Ala condannando la cantina a 2.300 euro di spese.
Gli ermellini, in estrema sintesi, hanno ricordato che le strutture rurali sono effettivamente esentate dal pagamento dell’Ici ma l’ex cantina di Serravalle non è mai stata accatastata come rurale e quindi il proprietario, per non pagare le tasse, avrebbe dovuto chiedere al catasto di cambiare categoria di inscrizione. Cosa che non è mai avvenuta. Di qui l’impossibilità di farsi restituire l’Ici pregressa dal Comune.
«Va ribadito l’orientamento di legittimità in tema di Ici dei fabbricati rurali secondo cui, per la dimostrazione della ruralità dei fabbricati, ai fini dell’esonero, è dirimente l’oggettiva classificazione catastale con attribuzione della relativa categoria (A/6 per le unità abitative o D/10 per gli immobili strumentali); sicché l’immobile che sia stato iscritto come “rurale” non è soggetto all’imposta; per converso, qualora l’immobile sia iscritto in una diversa categoria catastale (di non ruralità) è onere del contribuente che invochi l’esenzione dall’imposta impugnare l’atto di classamento per la ritenuta ruralità del fabbricato».