«Qui riaprire gli asili già lunedì è impossibile, colpa della Provincia Dalzocchio se ne farà una ragione»
«Dalzocchio legga le carte prima di parlare. Sono certo che potrà riuscire anche lei a capire che aprire gli asili lunedì prossimo è impossibile». «Aprire l'8? Ma scherziamo? Meriteremo un applauso se saremo capaci di riaprire il 15...». A parlare, rispettivamente, i sindaci di Rovereto Francesco Valduga e di Mori Stefano Barozzi. Nelle parole dei due primi cittadini il sunto generale delle reazioni, di fuoco e trasversali, alle dichiarazioni rilasciate ieri dalla capogruppo in Consiglio provinciale della Lega Mara Dalzocchio. Che oggi peraltro rincara la dose, traslando artatamente una polemica su responsabilità amministrative all'ambito della parità dei diritti, ergendosi ad improbabile baluardo delle donne che, testuale, «non vogliono essere considerate come uomini».
Un passo indietro: ieri l'esponente del Carroccio (peraltro ex presidente del Consiglio comunale roveretano, e proprio con Valduga sindaco) ha dichiarato che la colpa della mancata riapertura di asili nido e scuole materne già da lunedì prossimo è da attribuirsi tutta ai Comuni lagarini, dove sindaci e funzionari «incapaci» non riescono a far fronte al compito di far ripartire un servizio essenziale per le famiglie.
«Al tono propagandistico di Dalzocchio - argomenta oggi Valduga - vorrei contrapporre i dati, chiedendo alla consigliera di fare lo sforzo di leggere, al di là dell'entusiasmo della propaganda, l'ordinanza di Fugatti della sera del primo giugno: capirebbe bene e subito anche lei la schizofrenia di un annuncio che dice che asili e nidi possono aprire sì l'otto di giugno, ma rimandando ogni aspetto tecnico ad una futura contrattazione con le parti sociali (conclusasi solo ieri pomeriggio, ndr ). Un conto è l'annuncio propagandistico, un conto è dare gli strumenti per operare. E la Provincia, fino ad oggi, non ce li ha dati: la Provincia ci ha lasciati soli, preferendo concentrarsi prima sulla ripartenza di altri settori, come il commercio o i mercati ambulanti, sui quali si sono prodotte accurate linee guida».
«Essere presi in giro anche no! - tuona Barozzi -. Prima di parlare Dalzocchio si legga cosa ci ha girato Fugatti l'uno di giugno, chiedendoci di aprire l'otto. Ho gli uffici comunali che saltano riposi e lavorano tutto il giorno per programmare la ripartenza degli asili nido e delle materne per il 15 giugno, e dover leggere certe dichiarazioni è inaccettabile. Dalzocchio rivolga a Trento il suo dito, dove ci sono le vere responsabilità di questa situazione».
Ma Dalzocchio, come detto, non adusa a passi indietro, tira dritto. E mette nel mirino "Futura Rovereto", rea di aver diffuso ieri un comunicato ( vedi pezzo a fianco ) in cui critica aspramente la sua uscita. «Mentre le donne rischiano di perdere i loro diritti conquistati in anni di lotte - esordisce con dubbia pertinenza il comunicato di Dalzocchio - la sezione roveretana di Futura attua una difesa faziosa dell'amministrazione comunale locale arrivando a giudicare "mistificatorio e offensivo" un intervento con cui evidenziavo due cose. La prima è che non è vero che mancano le linee guida per le riaperture degli asili nido, la seconda è che l'organizzazione degli asili nido nella fase pomeridiana, almeno a Rovereto, è in forte difficoltà». «In pratica - continua il ragionamento Dalzocchio - Futura ragiona così: se ci sono delle decisioni difficili da prendere a livello provinciale, ci si scaglia a testa bassa contro l'amministrazione provinciale; se invece è un'amministrazione comunale politicamente vicina a non saper assumere decisioni, ci si scaglia comunque contro l'amministrazione provinciale. Il che mi pare un modo di guardare le cose offensivo dell'intelligenza».
E qui Dalzocchio arriva a quello che definisce «morale della storia»: «Ci sono donne che vogliono tornare a lavorare ma che non possono farlo per via dell'impossibilità di sapere come gestire i propri figli durante le ore di lavoro, nei fatti donne che rischiano ogni giorno che passa di vedere perdere i diritti ottenuti in tanti anni di emancipazione. In questo contesto (che secondo Dalzocchio quindi non tocca minimamente i padri dei bimbi, ndr ) la sinistra ancora una volta dimostra il suo vero volto che si basa su una retorica fatta di slogan e di frasi fatte, dove si arriva persino a contestare cose normali e naturali come l'immagine della donna come emblema della maternità. Le donne non vogliono essere considerate come uomini, vogliono diritti e rispetto da parte anche delle istituzioni».
In una nota interviene Futura Rovereto.
«Gentile consigliera Dalzocchio, possiamo capire che siate in difficoltà ma fare campagna elettorale scaricando le vostre inadempienze, incapacità, i ritardi e silenzi per quanto riguarda la scuola sui Comuni, ci sembra intollerabile e inaccettabile». «Deve essersi persa interviste, articoli, lettere, petizioni, interrogazioni che da un mese a questa parte genitori, insegnanti, dirigenti scolastici, soggetti del terzo settore, sindaci, assessori e consiglieri stanno inviando alla giunta provinciale. Gli stessi che hanno cercato fino ad oggi di garantire i servizi educativi e didattici in assenza di aiuti e sostegni da parte della Provincia e stanno denunciando le difficoltà nell'attuare le tardive linee guida per garantire la riapertura delle scuole trentine, mantenendo la qualità. Le cose sono due: o il comparto scolastico e le amministrazioni sono del tutto inadempienti, cosa che non è, o forse è il momento di ascoltare e capire. Non sappiamo neanche quali linee guida lei abbia letto, visto che sono state rese pubbliche solo oggi (ieri, ndr ). Troviamo francamente mistificatorio e offensivo affrontare un tema così complesso e strategico, cercando di trovare il capro espiatorio in istituzioni, come quella del Comune di Rovereto, che ha affrontato la crisi nel miglior modo possibile. Facciamo così, consigliera Dalzocchio: ognuno faccia la sua parte ma si riconoscano e ci si assumano le proprie responsabilità. Ci risparmi spot elettorali sul presente e sul futuro della scuola trentina, mistificando i fatti. Si vergogni!».
Il consigliere comunale Paolo Vergnano, ex M5S e oggi coordinatore di Forza Italia per Rovereto sta invece al fianco della Lega sulla vicenda.
«L'ordinanza del 1 giugno di Fugatti - scrive - permette l'apertura di asili nido e scuole materne a partire da lunedì 8 giugno. Mi sarei aspettato che la giunta Valduga si buttasse a capofitto nel lavoro per fornire alla popolazione roveretana un supporto consistente alle famiglie e alle donne. Sappiamo infatti che, nel caso in cui non si riaprisse, a pagarne le conseguenze maggiori sarebbe la parte femminile della famiglia».
«Inoltre - sottolinea l'ex M5s - pare che la giunta, nel procrastinare tali aperture, non si renda conto che ad accudire i bambini, oltre le mamme, saranno chiamati i nonni. Si dimentica quindi che la terza età è l'età più colpita dal virus e che quindi sarebbe bene evitare ancora oggi il più possibile contatti non controllabili». «Comprendo la difficoltà del momento - concede Vergnano - ma ricordo al vicesindaco che tali procedure di emergenza hanno coinvolto in questi mesi tutta la popolazione italiana, imprese e privati cittadini, scuola e sanità e tutti hanno cercato di ottemperare al meglio, nei tempi e nei termini indicati, senza manifestazioni particolari».