Traffico di rifiuti, in manette un imprenditore di Mori
Arrestato un 51enne all’interno dell’operazione «Plastic connection» che ha portato dodici persone in carcere e altre dieci indagate a piede libero
MORI. C’è anche l’imprenditore moriano Michele Burli, 51 anni, tra i dodici arrestati dai carabinieri per un traffico di rifiuti che ha permesso di scoprire un via vai di scorie dal Sud Italia al Veneto. In tutto si parla di 22mila tonnellate di immondizia stoccata illegalmente.
L’indagine dell’Arma di Belluno, chiamata «Plastic connection» ha portato dunque a dodici persone in galera e altre dieci indagate a piede libero. E tre ditte sono finite sotto sequestro.
Tra l’altro, dietro questa attività illecita ci sarebbe pure lo spettro della camorra.
Gli scarti delle lavorazioni industriali non viaggiavano da Nord a Sud del Paese ma facevano il tragitto inverso.
Grazie ad alcuni intermediari campani, infatti, i rifiuti del Casertano venivano caricati nei Tir e smistati in alcune aziende compiacenti del Veneto. In questo modo i rifiuti venivano venduti per il riutilizzo, senza pagare i costi per il regolare smaltimento. In treno viaggiavano invece i contanti pagati agli imprenditori per prendersi la «monnezza».
La transazione sarebbe avvenuta attraverso fatture false scaricate sui conti di società fittizie create all’uopo.
«Un modus operandi nuovo, – spiega il comandante provinciale dei carabinieri di Belluno Francesco Rastelli – messo in piedi probabilmente a causa dei controlli sempre più stringenti effettuati dalle forze nelle regioni del Sud».
Una volta in Veneto, i rifiuti venivano stoccati sotto le aziende sequestrate oppure reimmessi nel ciclo produttivo del recupero della plastica. E i numeri sono impressionanti: 22mila tonnellate di rifiuti.
L’operazione (denominata «Plastic connection») è stata coordinata dalla procura distrettuale antimafia di Venezia ed è durata due anni. Agli indagati è contestata pure l’associazione per delinquere.
I dodici finiti in galera sono Alessio Della Santa (titolare della Sap srl di Fonzaso, la ditta dalla quale ha preso il via l’indagine), Moreno e Christian Guidolin, Franco Ferramosca Domeniconi, Salvatore Corcione, Antonio Maioli, Paolo Capodanno, Angelo Marra, Nicola Sansonne, Cesar Daniel Chopusian e, appunto, il moriano Michele Burli, di fatto l’amministratore della società Resines di Cavaso del Tomba (Treviso).