Mori, il piccolo Diego abbraccia i due pompieri che lo rianimarono dopo un arresto cardiaco
Grande commozione durante l’incontro avvenuto subito dopo il Natale. I genitori del bambino: «Sono angeli per noi, è anche grazie a loro se nostro figlio oggi è qui»
MORI. Un abbraccio come quello che il comandante Mauro Maltauro e suo figlio Alessio hanno ricevuto martedì nella caserma dei vigili del fuoco volontari di Mori vale più di un encomio. Se ricevere un attestato di stima per un gesto coraggioso fa piacere, stringere tra le braccia un bambino al quale hai contribuito a salvare la vita è qualcosa di immenso. Ed è quello che è accaduto ai volontari moriani, che dopo oltre un anno hanno potuto abbracciare Diego, il bambino che hanno rianimato da un arresto cardiaco.
Era un giorno di aprile quando sono usciti per quella selettiva. Al corpo di Mori era arrivata la richiesta di fare da supporto all'atterraggio dell'elisoccorso. Ma quando sono arrivati il comandante Maltauro e suo figlio, volontario del corpo, erano i primi e si sono trovati davanti quel bimbo, che allora aveva otto anni, esanime, insieme alla nonna che aveva iniziato il massaggio cardiaco.
Da quel momento hanno portato avanti loro la manovra, riuscendo a far ripartire il suo cuore dopo un lungo arresto.Poi sono arrivati i sanitari a prendersi cura di lui.
La situazione era molto delicata e la storia di Diego l'abbiamo raccontata attraverso la disperazione di mamma Susanna, che ha denunciato il fatto che in Trentino non esistono cure per bambini come il suo che dopo questo evento ha avuto bisogno di una lunga riabilitazione.
La sta portando avanti tutt'ora, con risultati che all'inizio sembravano impossibili. Diego continua a migliorare, anche se il percorso non è affatto facile per lui e per la sua famiglia.
La Provincia, grazie alla determinazione di mamma Susanna, ha fatto la sua parte attraverso i rimborsi delle spese sanitarie ma il primo pensiero, il grazie più grande, va a coloro che hanno salvato Diego con la loro preparazione.
Per questo dopo Natale il piccolo e la sua famiglia si sono presentati nella caserma di Mori, desiderosi di abbracciare quei pompieri che quel giorno hanno risposto al grido d'aiuto. «Sono angeli per noi, è anche grazie a loro se Diego oggi è qui».