Ala, residenti contro il kartodromo che va all’asta: anni di rumori e disagi, chiudetelo
La frazione di Marani deve sopportare il rumore ed i disagi, che secondo gli ambientalisti non portano alcuna ricaduta: «Gente con il camper che arriva e va via, mai visto uno che si fermi in paese a visitare i Palazzi o a fare acquisti»
ALA. Costruito su terreni comunali per effetto d’una convenzione del 1989 e poi dato in concessione per 29 anni, dal 1993 il kartodromo divide. Chi ne risente è Marani, l’abitato posto sull’altra sponda dell'Adige, in pratica di fronte alla pista.
La convivenza coi motori a scoppio ha suscitato proteste, coi residenti ora più determinati che mai ad accertarsi che l’asta pubblica bandita dal Comune la scorsa settimana porti a risolvere un «problema reale e condiviso».
«La vendita ci spinge ad alzare la voce, unirci e avanzare proposte per il benessere della comunità» spiega in una lettera aperta una decina di firmatari. «Mettetevi nei nostri panni: ogni giorno e ancor più nei fine settimana conviviamo forzatamente col disturbo acustico. Da trent’anni domandiamo verbalmente all’amministrazione soluzioni con speranza e fiducia. Oggi che tutto potrebbe risolversi con lo stop di un’attività inquinante riappare l’incubo che il kartodromo riparta, questa volta per sempre, con la prospettiva di un potenziale ampliamento già richiesto dall’attuale gestore. La giunta ha detto di no. Bene, mettiamolo allora per iscritto a memoria delle future varianti al Prg».
In ogni caso gli abitanti vorrebbero altre garanzie. Al di là di chi potrà aggiudicarsi l’area sportiva, che le gare possano continuare li preoccupa: «Nel bando non abbiamo trovato traccia di un nuovo regolamento. Il minimo sarebbe sapere quanti e quali veicoli accedono, limitando il circuito solo ai go kart per cui è omologato, senza deroghe sugli orari: chiediamo all’amministrazione conferma sulle motociclette motard, date le gare già programmate a febbraio, quali manifestazioni si terranno, come saranno svolte le misurazioni dell’inquinamento acustico e atmosferico, che si preveda una rete di monitoraggio. Non vogliamo essere ancora costretti a chiudere le finestre in agosto per far divertire chi arriva sul posto, fa rumore e poi torna a casa a discapito degli alensi», secondo cui il problema nasce dalla posizione della pista.
«Luogo più sbagliato non si poteva scegliere: un fondovalle stretto e chiuso tra montagne che amplificano il rumore. Lo sentono gli escursionisti, i cacciatori nei boschi, chi passeggia in campagna, i fedeli e i turisti sulla via crucis del Santuario di San Valentino, un luogo sacro dove c’è scritto: “luogo di pace e di silenzio, rispettalo”!» s’arrabbiamo i residenti.
«Il bando obbliga ad alzare d’un metro l’attuale recinzione per arginare i rumori. Scherziamo? La nuova barriera dovrebbe essere alta il triplo. Chiediamo a tutti coloro a cui preme tutelare il territorio di condividere, sostenere e fermare un’ingiustizia. Memori degli ultimi trent’anni, se l’attività dovesse ripartire, incaricheremo professionisti per consulenze e monitoraggi costanti che ci garantiscano un quieto vivere». Marani minaccia ricordando anche delle proposte.
«A novembre abbiamo chiesto per iscritto alla giunta un confronto, non corrisposto. Invitavamo a restituire il kartodromo alla comunità, a farne una pista da skiroll, biatlon, ciclismo, Bmx, skateboard e pattini con spazi per le associazioni, aree picnic, giochi per i bambini. Sarebbe un’oasi verde in piena coerenza con “Ala Città della Cultura”». Il gruppo chiude con un appello: «Non è mai troppo tardi, alla giunta alla Provincia o a un privato investitore lungimirante offriamo l’ennesima idea: adoperare l’area come un grande parcheggio di custodito per camper. A pochi chilometri dai caselli Ala/Avio e Rovereto Sud, potrebbe ospitare mezzi da ogni dove togliendoli dai parcheggi pubblici».
Al loro fianco, con un comunicato l'associazione tutela del territorio (Att). «Si emana il bando di gara e non si affrontano i problemi e le sofferenze che una simile struttura comporta, non preoccupano i disagi cui si sottopone il territorio».
Gli ambientalisti alensi ce l'hanno col Comune. «Considera solamente l'incasso derivante dalla vendita. Nessuna riflessione sull'impatto ambientale di una struttura poco monitorata per l'inquinamento che provoca, nessuna disamina o monitoraggio di costi e benefici in 28 anni» commentano: «l'indotto quali e quanti benefici genera sul territorio? E l'occupazione? Giustifica i disagi? Quale la ricaduta sulle strutture alberghiere o sulla ristorazione? Sono stati rilevati picchi di vendita commerciali o l'aumento degli afflussi turisti in concomitanza con qualche evento sportivo? Il gettito fiscale è stagnante o il kartodromo ha dato un impulso alle finanze locali generando reddito e aumentando la fiscalità? In verità non è stata notata alcuna crescita dei flussi turistici o un aumento della richiesta di visite ai Palazzi».
Anche se gli appassionati di motorsport potrebbero essere più numerosi di quanto si pensi, l'opinione dell'Att è che la struttura comunale (solo fino all'8 febbraio se l'asta con base 1,3 milioni andrà a buon fine) «ospita uno sport povero e di nicchia, praticato da chi applica un turismo mordi e fuggi, arriva con camper o roulotte, viveri e bevande, partecipa all'evento, finito il quale, carica il tutto e torna a casa».
Si tratta di una critica fatta anche dai residenti contrari al kartodromo, che non ritengono sufficiente l'obbligo, incluso nel bando pubblico, di innalzare di un metro le barriere acustiche, sempre e solo se l'attività dovesse continuare.
«Marani, per la conformazione della Valle, risente in maniera sensibile del rumore; finalmente prende coscienza e si muove» chiude l'associazione. «L'augurio e la speranza sono di coltivare la prudenza e misurare la fiducia in promesse e assicurazioni. La vicenda delle discariche e dell'A31 insegna che neppure gli atti ufficiali sembrano godere di molta considerazione, immaginiamo le promesse verbali!».