«Itea ora cerca nuove case, ma quelle che ha non le usa»
Così Mario Cossali torna ad intervenire sul caso delle case Itea di Patone: un complesso immobiliare tuttora vuoto, nonostante diversi appelli per un loro reimpiego (anche dello stesso Cossali) nel corso degli anni
ISERA. «La presidentessa dell'Itea (Francesca Gerosa, ndr) lamenta la difficoltà di reperire alloggi di fronte alla continua richiesta che sta aumentando in questi momenti di grave difficoltà per tante famiglie eppure le occasioni per invertire la tendenza immobilistica si stanno sprecando». Così Mario Cossali torna ad intervenire sul caso delle case Itea di Patone: un complesso immobiliare tuttora vuoto, nonostante diversi appelli per un loro reimpiego (anche dello stesso Cossali) nel corso degli anni.
«Ho già scritto inutilmente tempo fa sul caso Patone - sottolinea Cossali -, a dir poco scandaloso. Da anni sono vuote e abbandonate le belle case Itea, sei appartamenti con vista straordinaria su Rovereto e sulla valle. Gli inquilini per vari motivi attinenti alla modifica del nucleo familiare o alla modifica del loro reddito, un po' alla volta se ne sono andati e gli appartamenti sono restati lì ad ascoltare il vento che solo bussa alla porta. L'Itea non è intervenuta, né per nuove assegnazioni, né per i restauri di consuetudine, né per eventuali alienazioni, seppure richieste dagli inquilini uscenti, in totale spregio di un bene pubblico così prezioso. Non sappiamo quali iniziative in proposito abbiamo preso in questi ultimi dieci anni le amministrazioni che si sono succedute nel Comune di Isera, ma pensiamo che sarebbe oggi indispensabile un intervento preoccupato dell'Amministrazione attuale». Non solo il Comune di Isera.
Cossali chiama in causa anche la magistratura contabile. «Non capisco - argomenta - perché su questo gravissimo spreco sociale ed economico dell'ente pubblico insieme non abbia mai ritenuto di intervenire la Corte dei conti. E mi meraviglio che non si sia fatto avanti qualche imprenditore o qualche agenzia per rilevare il compendio edilizio per dar vita ad un progetto di edilizia abitativa pregiata: il posto si presterebbe proprio a questo! Sarebbe la beffa finale per chi bisogno urgente di un tetto per la propria famiglia».
Nell'attesa, se ci sarà, della risposta da parte della presidente Francesca Gerosa, direttamente chiamata in causa da Cossali, restano agli atti le parole che il precedente presidente dell'istituto trentino edilizia abitativa Salvatore Ghirardini rilasciava all'Adige nell'aprile scorso.
«Per gli edifici di Patone - dichiarava Ghirardini - tenuto conto delle dimensioni degli alloggi e della distanza dai servizi principali, da sempre si riscontra una certa difficoltà nell'assegnazione su graduatorie a canone sostenibile. Il caso è comunque all'attenzione di Itea. Ma la società, prima di inserire nuovamente gli immobili sul mercato della locazione, sta valutando, infatti, dei possibili interventi di riqualificazione nell'ambito del superbonus 110%. Obiettivo di Itea Spa rimane comunque la riqualificazione dell'immobile nel medio periodo».Quindi, le case vuote sarebbero in attesa di un intervento di riqualificazione energetica. Non solo.
«Nel frattempo la società - sottolinea Ghirardini - confrontandosi con i diversi soggetti coinvolti nel sistema della politica provinciale per la casa, ed in particolare con la Comunità di Valle, che può offrire un'attenta valutazione dei fabbisogni abitativi espressi nel proprio bacino di utenza, sta vagliando diverse possibili azioni, finalizzate alla ricerca di soluzioni che permettano di occupare gli alloggi. Tra queste, a seguito di un'ulteriore ricognizione del patrimonio abitativo di Itea Spa, si è ipotizzato un possibile inserimento dei sei alloggi nel piano "Casa nel cuore delle Alpi", considerato che hanno tutte le caratteristiche essenziali per tale destinazione».
«Il piano di Itea - concludeva Ghirardini -, condiviso con la Provincia autonoma di Trento, punta a invertire le tendenze di spopolamento della montagna e a valorizzare il patrimonio immobiliare Itea non utilizzato, offrendo alle famiglie trentine le condizioni ideali per diventare autonome e costruire un progetto di vita che contribuisca allo sviluppo e alla vita di una comunità montana».