Il drago Vaia bruciato, vola la raccolta di fondi per la ricostruzione. Si indaga per incendio doloso
Questa sera, mercoledì 23 agosto, a meno di 24 ore dal rogo, già raccolti ben oltre 15 mila dei 50 mila euro necessari per rifare l'opera. Il sindaco Corradi: "Sarà un rinascita, non ci faremo prendere dallo sconforto o dalla rabbia. Questa era una cosa bella e nessuno ce la porterà via"
Il FATTO Drago Vaia in fiamme nella notte: completamente distrutto
REAZIONI La rabbia del sindaco: saremo più forti della stupidità
VIDEO Un selfie con il "drago": ecco l'opera nei social
FUGATTI "Il piromane si dovrebbe solo vergognare"
TRENTO. Grande viavai, oggi, in località Magrè di Lavarone, dove da ieri notte è in cenere il "drago Vaia". Ieri sera, 22 agosto, un incendio ha distrutto l’opera realizzata dall'artista veneto Marco Martalar un anno dopo dopo la tempesta, utilizzando gli alberi schiantati dal violentissimo vento della fine di ottobre 2018. Se molti si sono recati in zona per vedere ciò che resta del povero drago, altrettanti additano la stupidità e insensatezza del gesto di chi ha appiccato il fuoco. Gli inquirenti, infatti, sembrano non avere dubbi sul fatto che dietro il triste rogo c'è la mano di un piromane.
Il sindaco di Lavarone, Isacco Corradi, ha immediatamente lanciato una raccolta di fondi, già ieri notte, per favorire la ricostrizione del drago, un patrimonio della comunità di Lavarone, dell’Alpe Cimbra e di tutti. Per partecipare si può andare sulla piattaforma gofundme: l’obiettivo annunciato è raggiungere i 50mila euro.
Questa sera, a meno di 24 ore dai fatti, la raccolta di fondi veleggia già verso quota 16 mila euro (poco prima delle 21 era a 15.500), il che lascia presagire che di questo passo si arriverà presto alla somma fissata.
E lascia anche intendere quanto era popolare questa opera d'arte.
Il drago misurava sette metri di lunghezza e sei di altezza, svettava sul colle della frazione Magrè dominando l'intero altopiano. In questi anni era diventato una celebrità, aveva richiamato moltissimi visitatori. A fronte dell'eccessivo traffico, erano stati tracciati quattro facili sentieri, da fare anche in inverno, per evitare l'uso delle auto (in ogni modo interdetto ai non residenti): da passo Cost, da Bertoldi, da Gionghi e dalla Tana Incantata.
Ecco come il primo cittadino accompagna l'appello per la raccolta di fondi.