Chiusi due ambulatori medici nelle frazioni: disagi e proteste a Brentonico
Da quest'anno chiuse le strutture di Castione e di Crosano. Minoranze all'attacco sui medici di base: attribuiscono «il flop» all'amministrazione comunale e si dicono preoccupate soprattutto per i pazienti anziani
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BRENTONICO. Chiusura di due ambulatori frazionali, Castione e Crosano. Minoranze all'attacco sui medici di base: Naturalmente Brentonico, Il bene in Comune e Officina Civica attribuiscono «il flop» all'amministrazione comunale preoccupati per i disagi soprattutto dei pazienti anziani. Chiusi i due ambulatori, quando arriverà un medico in più come anticipato dall'assessore Mauro Mazzurana? «Il nuovo medico è già in servizio - spiega Dossi in merito «alle voci» della minoranza circa il pensionamento di Falcinelli, uno dei medici di famiglia - che la dottoressa che va a sostituirlo ha sede a Brentonico. Per noi è motivo di soddisfazione che dei giovani dottori (l'anno scorso Marco Basioli era subentrato a Mauro Dalpiaz, ndr) inizino o restino a lavorare qui. Tanti Comuni hanno gravi problemi con la mancanza di medici. Grazie a loro l'altopiano non vive questa crisi, non è scontato».
Quanto agli ambulatori? Le opposizioni accennavano a una «contrattazione». «Abbiamo avuto incontri con i nostri tre medici sul tema delle frazioni, dove si è discusso della chiusura in gennaio dei due ambulatori. Ne abbiamo parlato e ne parleremo ancora. Mi spiego: i medici, valutando la scarsa affluenza, hanno indicato questa strada, che per loro garantirà un servizio migliore. L'obbligo d'altronde è di avere un unico ambulatorio dell'azienda sanitaria nel comune, a Brentonico, dove un medico garantisce la presenza giornaliera di 8 ore. Nel 2023 i dottori hanno potenziato l'offerta introducendo la segreteria che, occupandosi delle ricette e di vari servizi, riduce le code. Dopodiché è chiaro, l'amministrazione comunale, a parte l'affluenza, vorrebbe la presenza nelle frazioni. Io sono qui a chiedere che i presidi vengano riaperti. Soprattutto vogliamo provare a trovare una soluzione che limiti al massimo i disagi».
A Castione e Crosano l'ambulatorio apriva un'ora, due a settimana. Ora che si fa, pensando in particolare agli anziani?
«Abbiamo avuto ambulatori anche nei paesi più piccoli da metà anni '90, fino al Covid, quando è iniziato il ripensamento. Il Comune, anche se non è nelle sue competenze, farà tutto il possibile per una riapertura a Castione e Crosano. A giorni incontreremo nuovamente i medici, e siamo fiduciosi di riuscire a contenere i disagi, non solo per gli anziani con difficoltà a muoversi. La riunione è stata fissata la prossima settimana, così da discutere anche con la dottoressa Puecher, ora che anche lei è entrata in servizio».
«Erano stati aperti - spiega l'ex assessore Quinto Canali, - allo scopo di equilibrare i servizi e le opportunità fra Brentonico e le sette frazioni, fra le due metà della popolazione. L'apertura è legata all'invenzione dei circoli, le associazioni che autogestiscono i centri civici nelle ex scuole frazionali dove, oltre alle sedi e ai bar, furono ricavati appunto gli spazi per i medici di base, creando un presidio localizzato e periferico senza costi aggiuntivi, né per i medici né per i cittadini. La gestione e le pulizia degli spazi è curata dai circoli, ricevendo eventualmente piccoli contributi». Una storia interrotta dal covid. «Poi il servizio è ripreso in qualche frazione».
Per Canali lo stop nel 2024 suona come un campanello d'allarme.
«Sono in ballo dei presidi non solo medici, anche funzioni sociali di frazioni cresciute molto in trent'anni. Oggi l'altipiano ha 1000 abitanti in più. Più che a Brentonico, la popolazione è aumentata a Cazzano e a Crosano, che adesso contano 200 e 770 residenti. C'é sì il problema del servizio medico, da garantire agli anziani vista anche la carenza di trasporti pubblici. Un presidio, peraltro apprezzato, da reinventare nel dopo Covid».
Ma non è l'unico rischio che l'ex assessore intravede sollecitando «un ragionamento complessivo e sostanziale, al di là dei discorsi di maggioranza e minoranza», sulla rarefazione dei servizi periferici. «Le ex scuole gestite dai circoli sono Sig (Siti di interesse generale, ndr). Il presupposto principale dell'interesse generale è ospitare i presidi sanitari».
Con il venire meno degli ambulatori, il timore è che scadute le concessioni il Comune non possa più affidarle semplicemente ai circoli. «Essendoci dei bar dovranno essere aperte delle aste. Anche quest'aspetto, delle ricadute su varie e importanti e realtà associative, va considerato nell'inquadrare la tendenza alla perdita di servizi nelle frazioni periferiche».