Acciaieria, nuova denuncia: "Emissioni pesanti e reiterate"
Il Comitato 26 gennaio, data dell’ultima udienza del processo «Fumo negli occhi» sulle emissioni inquinanti delle Acciaierie di Borgo, si prepara ad un nuova battaglia giudiziaria. Venerdì prossimo, 25 settembre, alle ore 20, a Borgo, presso l’auditorium della Comunità di valle, si terrà un nuovo incontro pubblico, nel corso del quale l’avvocato Mario Giuliano farà il punto delle «ricadute sanitario ambientali dello stabilimento siderurgico» e sugli aspetti legali.
«L’attività dell’acciaieria è ripresa a pieno ritmo dopo la pausa estiva ed entro fine anno è prevista la chiusura del concordato preventivo con il subentro della nuova società Leali Steel - ha esordito il legale nel corso di un incontro a Trento -. Abbiamo ripreso i test con una nuova strumentazione che consente riprese in “time lapse” in seguito a diverse segnalazioni di emissioni pesanti, reiterate, con odori forti di ferodi e anche alcuni episodi di congiuntivite da contaminazione chimica (già oggetto di denuncia)».
Secondo l’avvocato Giuliano, «nonostate i 16 faldoni di perizie e controperizie del processo “Fumo negli occhi”, non è cambiato niente». Nel corso dell’incontro, oltre a relazionare su quanto fatto in passato, verranno presentati nuovi filmati, in particolare un test effettuato lo scorso 1 settembre, tra le 1.47 e le 2.06 di notte, che condensa in 35 secondi un quarto d’ora di riprese. «Nel filmato si vedono chiaramente le emissioni e anche i vari tipi di emissioni - spiega Giuliano -, la colonna di vapore dell’acciaio raffreddato ad acqua non è solo vapore acqueo come si è sempre detto, c’è anche una componente fumosa e polverosa. Ma la principale fonte di emissione è la cappa che si concentra sopra il forno fusorio: vi sono emissioni ogni 15 minuti che sfuggono dalle fessure e che non vengono aspirate».
In sostanza, sostiene l’avvocato Giuliano, «quando il processo produttivo viene spinto al massimo ci sono sforamenti che hanno effetti sia sull’ambiente che sulla salute». Il legale del Comitato ha fatto riferimento alle «massicce quantità di nanoparticelle di acciaio rinvenute nelle biopsie di alcuni pazienti tumorali della Valsugana».
«C’è materiale sufficiente - ha concluso - per fare denuncia per disastro ambientale e omicidio colposo. Importante sarà l’assemblea del 25 settembre, perché finora è una causa persa». Dubbi sono stati palesati dal legale anche sul nuovo assetto societario, che presenterebbe aspetti anomali.