Ricerca sui fumi di acciaieria La denuncia del Comitato
La raccolta dei dati è durata sette anni. Ci ha lavorato l’astrofisico Massimo Cecconi, con lui anche i volontari del Comitato 26 gennaio. In Valsugana c’è una alta concentrazione di PM 2,5. Parliamo di un particolato fine, una «polvere toracica» in grado di penetrare nella trachea, nei bronchi e nei bronchioli.
I risultati della ricerca sono stati presentati venerdì sera all’auditorium del polo scolastico di Borgo nel corso di una assemblea pubblica.
«Dal 2011 ad oggi - ha ricordato Cecconi, in collegamento via Skype da Santa Cruz de la Palma, dove da molti anni vive e lavora - abbiamo comparato tutti i dati raccolti nelle tre stazioni di Borgo, Trento e Rovereto. E, una volta fissata la qualità della media provinciale delle pm 2,5, risalta subito all’occhio come Borgo presenti valori decisamente più alti. In media in Valsugana respiriamo circa 1.200 chili di pm 2,5 al mese, piccolissime particelle di acciaio che abbiamo trovato anche recentemente nella biopsia su un tessuto tumorale di una persona della zona».
La raccolta dati è iniziata nel marzo del 2011. «Ma quando l’Acciaieria è ferma i valori tornano subito normali. È stato così nell’estate del 2013, in quella del 2016 e quest’anno, fino al momento della ripresa dell’attività. Quando è chiusa - ha ribadito Cecconi - la qualità dell’aria è decisamente migliore, addirittura del 200%».
La ricerca ha tenuto conto di tutte le variabili: dai venti alle precipitazioni, al traffico. «Quello sulla SS47 dal 2011 ad oggi è rimasto invariato, circa mezzo milione di veicoli al mese, così come quello stanziale di Borgo». I dati sono stati raccolti utilizzando due nuovi strumenti: i Dylos 1.700, contatori di particelle laser arrivati dagli Usa e acquistati grazie alle donazioni di diversi cittadini.
«Ne vogliamo acquistare degli altri - ha continuato Antonio Cappello - in tutto una quindicina, da posizionare in tutta la Bassa Valsugana. Oltre ai privati vogliamo coinvolgere anche i Comuni. Abbiamo chiesto all’amministrazione di Borgo - ha chiosato Cecconi - di aiutarci a comprarne cinque, ci ha detto di no. I nostri dati hanno una solida validità scientifica: noi facciamo il conteggio per metro cubo delle particelle presenti, l’Appa le rileva ancora a peso. È bene non dimenticare che stiamo parlando di particelle che entrano nel sangue e negli alveoli polmonari. A settembre ne abbiamo rilevate 4,6 milioni per metro cubo, ma erano 8,6 milioni nello stesso mese dell’anno precedente. A Borgo e in Valsugana si respira un’aria velenosa!».
In sala un centinaio di persone con Laura Zanetti che, dopo aver ripercorso a grandi linee la storia dello stabilimento, ha ricordato come «alla Provincia interessi solo per il 22% dell’Iva che ogni anno introita dall’Acciaieria». La pediatra di Taranto Annamaria Moschetti ha parlato della presenza dell’Ilva a Taranto e delle gravi e drammatiche conseguenze di questo stabilimento sul territorio con il docente universitario Michele Corti che si è occupato di agricoltura e dell’impatto delle Acciaierie sulla Valsugana.
«Io, se fossi in voi - ha concluso Annamaria Moschetti - chiederei che venga fatta una valutazione di impatto sanitario».
Alcuni interventi anche dalla sala. Oltre a Filippo Degasperi e Maurizio Dal Bianco del M5S, si è fatto sentire Valter Tomio, presidente di Valsuganattiva: «Cinque mesi fa abbiamo chiesto un incontro con la giunta provinciale per parlare delle Acciaierie.
Non lo abbiamo fatto come associazione, che sappiamo essere invisa a Trento, ma con il sostegno di 630 firme di cittadini della Bassa Valsugana e del Tesino. Il governatore Rossi ci aveva promesso un incontro: lo stiamo ancora aspettando. Io di questa classe politica non mi fido più. Di certo non li voterò e non li farò più votare».