La vita serena di Bargio nel ritiro del Calamento
In quella baita, ereditata dai nonni, Franco Baldi, per gli amici «Bargio», ci vive tutto l’anno. Anche durante i rigidi mesi invernali, in Val Calamento, il suo camino è uno dei pochi che continua a fumare. Tutto intorno è coperto di neve, quando arriva. Il silenzio e la natura, allora, gli fanno compagnia.
Una storia, la sua, che merita di essere raccontata. Quando lo incontriamo, ci accoglie nella sua cucina. «Sono nato a Borgo e gran parte della mia gioventù l’ho passata in collegio. Poi è arrivato il ‘68. In quei anni - ricorda Bargio - posso dire di avere fatto le mie esperienze, come per tanti altri è stato un periodo fatto di sbandamenti e scelte che oggi non voglio assolutamente giustificare».
Quando parla ciondola la testa. Ci guarda, poi lo sguardo fugge, se ne va. «Cosa mi ha salvato dalla morte? La pastorizia, andare d’estate con le mucche e d’inverno con le pecore è stata la mia fortuna. Non è un lavoro facile, tutt’altro, stanca e ti mette ogni giorno alla prova».
Qui in Calamento, in estate, c’è tanta gente. La valle è viva. Davanti a casa passano auto e tante moto. Su e giù per il passo Manghen. «Qui ci vivo da 3-4 anni, ci sto davvero bene e la scelta che ho fatto mi ha davvero aiutato a dare un taglio con il passato».
Da aprile a novembre Franco lavora per l’intervento 19 a Telve. «Il lavoro per la <+corsivo>pantanela<+testo> mi basta per vivere. Poi, in inverno, mi ritiro qui in baita e mi sembra di essere un re». A fargli compagnia il suo fedele cane, la capretta ed i conigli. Una vita solitaria, la sua. «Ma nessuno me l’ha imposto, è stata una mia scelta. Ero e sono stufo di una società così cattiva - ci racconta - in tv e sui giornali si vedono solo cose brutte».
In casa la tv è accesa 24 ore su 24. «La guardo poco ma mi fa compagnia. Io preferisco leggere, leggo di tutto. Ho i miei animali da accudire. C’erano anche le galline, ma la volpe me le ha portate via, ed un gallo che però è sparito. Stare qui in Calamento, per me, è come vivere in un paradiso».
Franco Baldi è innamorato di questa valle. «Se ho bisogno di qualcosa in pochi minuti sono a Telve, d’estate poi salgono anche i miei familiari. Io qui sono davvero rinato».
Tra poche settimane anche gli ultimi turisti ed i villeggianti se ne andranno. «Fino a 30 anni fa questi posti erano molto più vissuti. La gente ci metteva tre mesi a fare l’erba nei prati, c’erano tante mucche ed ogni casa aveva una stalla. Si saliva in primavera e si scendeva ai Santi. Ora molte villette si animano solo per diverse settimane all’anno, è cambiato tutto».
Dalla cucina ci spostiamo davanti a casa. C’è la legna da tagliare. Ce ne vuole tanta per tenere accesa la stufa tutto l’inverno. «Non mi piace solo leggere. Amo anche cucinare». Franco oggi è una persona autosufficiente: «In Calamento ho trovato la pace e la mia dimensione. Oggi la società è così complessa, tutti vanno di fretta e vogliono sempre di più. Non sappiamo più accontentarci di niente e la gente vive male».
Tra un discorso e l’altro «Bargio» si accende una sigaretta. «È il peggior vizio che esista, non solo per i soldi ma anche per la salute. Io, però, non so proprio come smettere».
Una vita solitaria la sua. Una baita, una cucina, una camera ed un gabinetto: «Per me questo è il paradiso. Alla sera mi siedo davanti a casa - conclude Franco Baldi - e spesso mi capita di vedere dei cervi e caprioli. È uno spettacolo che non riesco a descrivere. Io qui mi sento la persona più felice del mondo».
C’è la legna da tagliare, un inverno da affrontare. Franco lavorerà ancora per diverse settimane, poi, per 4-5 mesi, in solitudine, si godrà la sua baita. Perché la felicità, per Bargio, è fatta di piccole cose: la casa, gli animali, un buon bicchiere di vino, l’immancabile sigaretta e la «sua» Val Calamento.