Lavori sul fiume Brenta per renderlo più naturale
Un passo avanti per i lavori sul fiume Brenta nel Comune di Levico che prevedono la riqualificazione e il miglioramento ambientale del fiume con l’allargamento dell’attuale alveo, il mascheramento della struttura di smaltimento con la realizzazione di una «collinetta verde» e la creazione di un alveo più variegato, dove potranno trovare spazio anche delle «oasi» di verde che saranno luogo di nidificazione sicuro per diverse specie autoctone, come ad esempio il martin pescatore.
È di pochi giorni fa la determinazione del servizio autorizzazioni e valutazioni ambientali che dà il via libera per procedere con le opere previste senza l’obbligo della valutazione dell’impatto ambientale (VIA). La procedura è stata infatti svolta mediante una conferenza dei servizi che ha interessato tutti gli enti e le strutture provinciali competenti, e nel periodo stabilito non sono pervenute osservazioni sul progetto che andrebbe anche a migliorare la portata del fiume stesso inserendosi nell’insieme di strategia per ridurre il rischio di esondazione sia locale sia a valle e in particolare per la messa in sicurezza di Borgo.
L’intervento nello specifico interessa un tratto del fiume, adiacente alla pista ciclabile compreso tra il ponte del Bici Grill e il ponte del depuratore per una lunghezza complessiva di 1.190 metri, fortemente penalizzato. La canalizzazione ha depauperato l’ambiente fluviale facendo del torrente un canale di poco pregio a causa dell’andamento rettilineo, della mancanza di elementi di variazione e di una fascia di vegetazione tra il corso d’acqua e i campi coltivati.
I lavori prevedono la demolizione della scogliera in blocchi di cemento e del fondo per consentire un migliore habitat acquatico: il fondo sarà irregolare garantendo la risalita della fauna ittica.
Il Brenta passerà da mero «canale» a vero e proprio fiume, consentendo non solo alla fauna di usufruire di un habitat di cui era stata privata con le opere di canalizzazione, ma anche ai frequentatori della pista ciclabile di godere di un miglior ambiente, caratterizzato e più vivo. La rinaturalizzazione, prevista accanto alle migliorie idriche e all’allargamento della sezione con uno scavo di oltre 9.000 metri cubi, allontanerà dall’alveo sia la pista ciclabile che le coltivazioni, prevedendo la realizzazione di una fascia verde di 6 metri che farà da filtro per i nutrienti provenienti dalle attività agricole. In progetto c’è anche un laghetto naturale e attorno all’opera sarà ricostruito il bosco umido che in natura si estendeva in tutto il fondovalle nelle aree di pertinenza del fiume con ontano nero, ontano bianco e salici. Un progetto che non ha quindi bisogno di aspettare la VIA dato che «non comporta impatti negativi e significativi per l’ambiente» e il Servizio Bacini Montani, proponente dell’opera, può procedere con l’iter.