Il centro recupero inerti delle Visle è stato acquistato dalla Provincia

Il centro di recupero inerti in località Visle, confiscato definitivamente nel 2016 per smaltimento illecito di residui di lavorazione industriali, è diventato proprietà della Provincia. 
La scorsa settimana, infatti, la giunta provinciale (quella uscente) ha dato il via libera all’acquisizione dei terreni dallo Stato dopo la confisca, da parte di quest’ultimo, alla ditta Boccher Luciano srl di Borgo come dalla sentenza di secondo grado della Corte di Appello di Trento 424/14 del 12 dicembre 2014 (confermata nel gennaio 2016 dalla Corte di Cassazione), per il reato di discarica abusiva. 
Il caso si aprì quando agenti del Corpo Forestale dello Stato diedero il via a una serie di operazioni a Borgo Valsugana, nell’ambito dell’inchiesta «Ecoterra», partita nel 2008: i Boccher, padre e figlio, finirono nei guai per presunto conferimento di scorie dell’Acciaieria in siti non autorizzati. Nel 2010, l’area Visle fu sottoposta a sequestro giudiziario e nel 2014 la Corte d’appello di Trento riformò la sentenza di primo grado, condannando i proprietari e confiscando il terreno che allora era valutato 6 milioni di euro, mentre ora il valore attribuito dall’Agenzia del Demanio al compendio è pari a poco più di 3,9 milioni di euro.
Un terreno costituito da 26 particelle fondiarie per oltre 36 mila metri quadrati: quella che ora la Provincai acquisisce è un’area recintata, cui si accede da via Puisle, trasformata in piazzali adibiti a stoccaggio e lavorazione di rifiuti inerti e aggregati e conglomerati bituminosi riciclati, oltre a residue aree adibite a prato. A nord c’è la parte produttiva, a sud quella agricola. Sono presenti  piazzali carrabili, suddivisi tra loro da grossi blocchi lapidei, un efficace sistema di raccolta delle acque piovane, con vasca di recupero e centrale di pompaggio per il loro riutilizzo ed un sistema di smaltimento delle stesse tramite il canale rimasto. Sono presenti pedane, un ponte sul canale di collegamento tra i piazzali e una rampa di collegamento con la pubblica viabilità, con il superamento di circa 4 metri di dislivello.
I lavori, da parte della ditta Boccher Luciano srl, sono terminati nel 2013 ed è presente anche un articolato sistema di irrigazione necessario per l’abbattimento delle polveri derivanti dalla lavorazione dei materiali inerti. Sull’area a verde agricolo a sud della statale 47 è stato realizzato un bacino scolmatore per regolamentare il flusso idraulico dei canali. Sull’area insistono anche dei macchinari e prefabbricati necessari per l’attività produttiva. Entro la fine dell’anno l’intera area sarà intavolata a favore della Provincia, che poi dovrà decidere cosa farne. 
Contrariamente a quanto si possa pensare, comunque, i terreni non dovranno essere sottoposti a  bonifica: lo aveva già stabilito, nei mesi scorsi, la giunta provinciale, approvando il Piano della caratterizzazione e dell’analisi di rischio.  Dalle analisi, infatti, non è risultato nessun superamento delle «concentrazioni della soglia rischio nel sito e nessuna contaminazione estesa ascrivibile allo stesso. Si è ritenuto comunque utile mantenere un controllo sulle acque di falda con cadenza semestrale per almeno due anni sul piezometro (di valle) indicato nella planimetria del Piano di caratterizzazione. Le date di prelievo dovranno essere comunicate ad Appa e al Comune di Borgo con un anticipo di 15 giorni. Dovranno essere in particolare controllati i parametri del cromo totale, cromo trivalente, cromo esavalente, ferro e manganese. I relativi delle analisi dovranno poi  essere tempestivamente trasmessi ad Appa, Comune e al Servizio gestione impianti.

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