Ambiente / L’allarme

Biomonitoraggio in Valsugana, le api parlano chiaro: livello d’inquinamento preoccupante

Rilevati diversi fitofarmaci, insetticidi e metalli pesanti. L’esperto Romano Nesler: “Siamo tutti responsabili di questi risultati, bisogna intervenire”

RIDUZIONE Regole Ue su pesticidi e fertilizzanti
STUDIO Nei pollini residui di pesticidi, fungicidi ed erbicida

LEVICO. Apival ha presentato i dati ricavati dal biomonitoraggio del 2022 della Valsugana. Al PalaLevico, l'associazione formata da apicoltori e apicoltori-agricoltori, ha svelato i dati che danno un'immagine scientifica della preoccupante presenza nella valle di fattori inquinanti.

Negli ultimi dieci anni, ha spiegato la presidente di Apival Elena Belli, «abbiamo analizzato i prodotti dell'alveare e nella cera avevamo riscontrato la presenza di contaminazioni, così come nel polline».

Questo biomonitoraggio, condotto dall'entomologo Sergio Angeli della Libera Università di Bolzano e dall'esperto Romano Nesler, «è particolare» hanno spiegato; «i prelievi sono stati effettuati infatti dalle api. Nell'alveare ce ne sono dalle 40 alle 50 mila e nel raggio di 2-3 km da dove è posizionato l'alveare, ognuna di loro visita da 100 a 1000 fiori; in questo modo siamo sicuri che i dati riscontrati tramite il nettare che viene raccolto ancora prima che l'ape entri nell'alveare, provengano da 90 milioni di fiori che si trovano nel raggio di 2-3 km». Il prodotto analizzato proviene quindi da ogni metro quadrato della Valsugana e i dati sono scientificamente corretti e affidabili.

Le aree analizzate sono state 38 in maggio e 30 in giugno e hanno coperto tutta la valle, compresa qualche area periferica e più alta. Ogni area ha quindi la sua specificità dato che le sostanze contaminanti rilevate sono diverse per tipologia e numero, così come la quantità «e questo consentirà, una volta che avremo presentato anche i dati specifici in apposite serate organizzate dai singoli Comuni, di definire azioni mirate e più efficaci in base alla situazione».

Il monitoraggio ha fatto emergere la presenza di principi attivi di fitofarmaci quali insetticidi, funghicidi, erbicidi e ormoni delle piante, un insetticida e acaricida usato in agricoltura e apicoltura per la lotta alla varroasi e metalli pesanti che potrebbero derivare da inquinamento ambientale dovuto a traffico, fabbriche o da assorbimento radicale da terreni naturalmente più ricchi di questi elementi come piombo o cadmio.

Dei 68 pollini analizzati solo 2 non sono contaminati e non si trovano nel fondovalle; gli altri contengono tutti da 1 a più di 12 principi attivi. Tutti i prodotti ritrovati sono fitofarmaci in commercio, tranne due che sono già stati ritirati dal mercato per la tossicità e che sono quindi considerati pesticidi, quali Imidaclorpid, in Alta Valsugana, e Clorpirinfos-metile in Alta e Bassa Valsugana. Anche il Glifosato, fitofarmaco sotto osservazione perché probabile cancerogeno, è stato ritrovato in alta Valsugana in entrambe le raccolte.

Per quanto riguarda il Glifosato è stato rilevato tra Vigolana, Caldonazzo, Levico e Novaledo, l'Imidaclorpid, insetticida vietato, a Levico e il Clorpirinfos a Caldonazzo. Fatta eccezione per le due zone "pulite" in alta montagna (Val Campelle e zona Malga Cagnon di sotto), sono poche anche quelle che contengono massimo 2 principi attivi; solo 4 in Valsugana e 1 a Baselga di Pinè; tutte le altre sono più critiche, con contaminazione da 3 a 12 o più principi attivi. L'obiettivo di Apival è quello di monitorare ulteriormente la situazione negli anni successivi prendendo in considerazione l'evoluzione dei migliori e dei peggiori punti di prelievo per valutare l'evolvere della situazione.

«Siamo tutti responsabili di questi risultati» ha concluso Nesler «la sensibilità delle categorie, dei cittadini e delle amministrazioni è molto alta ma non basta dato che il problema supera ormai una certa soglia di complessità. Saranno necessarie azioni di miglioramento specifiche per diverse zone. Per permettere a tutti di conoscere la situazione i dati generali del biomonitoraggio saranno pubblicati sul nostro sito www.apival.net; il rapporto dettagliato sarà disponibile a partire dal momento delle presentazioni dei dati a livello locale».

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