L’assessore veneto Caner: «Per noi la diga resta fondamentale»
Dopo il “no” dell’assessore trentino Mario Tonina, parla l’esponente veneto: «Serve trattenere l’acqua per utilizzarla nei periodi di siccità, vogliamo capire le perplessità di Trento sul progetto». I dubbi però arrivano anche dai consiglieri Alex Marini e Lucia Coppola
IL CASO Diga del Vanoi, l’assessore Tonina: «Veneto fermi il progetto»
DOLOMITI Zaia propone una diga sul torrente Vanoi, ma è in Trentino
COMITATO La risposta alla siccità non sono gli invasi
VANOI. Il Veneto non arretra. La diga serve, per garantirsi la disponibilità d'acqua in periodi di magra, per la laminazione delle piene e, perché no, per scopi idroelettrici. L'opera è ritenuta fondamentale, essenziale per sopravvivere nel futuro.
Non si vuole andare allo scontro con i vicini trentini, a cui toccherebbe "staccare" le autorizzazioni per realizzare la mastodontica opera (muro alto 116 metri, invaso da 33 milioni di metri cubi d'acqua, cioè più di tre volte di quello del vicino Schener), costruita in territorio bellunese ma il cui bacino ricadrebbe tra Canal San Bovo e Cinte Tesino. Anche se trovare un punto di incontro, allo stato attuale, appare difficile visto il secco "no" del Trentino.
«Serve parlarne assieme alla Provincia di Trento, con cui abbiamo ottimi rapporti e, da parte mia, c'è massima disponibilità al dialogo - dice l'assessore veneto all'agricoltura Federico Caner - Per noi l'opera è essenziale e anche i consorzi di bonifica ce la chiedono. Abbiamo sempre sostenuto la necessità di avere più acqua, sia per l'utilizzo umano che per usi agricoli».
Della diga in val Cortella se ne parla almeno dagli anni '60. Perché il momento favorevole potrebbe essere proprio ora?
«Oggi ci sono finalmente le condizioni, sia amministrative, sia tecniche che economiche, per la sua costruzione. Stiamo investendo molto nel Pnrr e nei bandi ministeriali per costruire bacini di raccolta e accumulo. Lasciamo andare a mare ancora troppa acqua. Abbiamo la necessità di raccogliere e tesaurizzare l'acqua quando cade dal cielo, per poi usarla in periodi di siccità. Ma vogliamo prima capire quali sono le perplessità di Trento sull'opera».
Le motivazioni del "no" sono legate soprattutto all'impatto ecologico dell'invaso, con possibili conseguenze negative sul microclima, e al pericolo geologico dovuto a potenziali crolli (la zona è connotata perlopiù da pericolosità massima). Mario Tonina, l'assessore all'ambiente e vicepresidente della Provincia, lo ha detto a chiare lettere martedì nell'aula del consiglio: «Il Veneto fermi subito la progettazione della diga».
«La sicurezza sta a cuore anche a noi - dice Caner - Su queste cose non si può scherzare, prima di procedere ci deve essere il via libera dei professionisti. Sulle questioni di carattere ambientale, invece, se ne può discutere: l'acqua è un bene talmente prezioso che non si può pensare di sprecarla. Credo che dovremo tutti pensare alla costruzioni di bacini di laminazione e invasi per trattenerla».
C'è poi la questione della genesi dell'opera. Tonina sostiene che la Provincia non sia stata preventivamente informata dal Veneto dell'avvio della progettazione della diga, mentre il consigliere Alex Marini (M5S) ha giudicato «inverosimile» che Fugatti (contattato ieri, mercoledì 28 giugno, ma senza risposta) non ne sapesse nulla, ricordando come l'agosto scorso nel consiglio regionale veneto veniva approvata la mozione del leghista Giuseppe Pan, che impegnava la giunta veneta a farsi portavoce della realizzazione della diga nei confronti del Governo e la giunta provinciale trentina.
Da una prima verifica, pare che in piazza Dante non sia arrivata nessuna comunicazione ufficiale. Non è peraltro la prima volta che l'acqua è terreno di scontro con il Veneto, come dimostrano anche alcuni recenti provvedimenti assunti dalla Regione governata da Zaia e successivamente impugnati dal Trentino (ad esempio per stoppare la decisione che impone ai grandi concessionari idroelettrici di cedere gratuitamente parte dei Kwh prodotti).Sulla questione è intervenuta anche la consigliera Lucia Coppola (Europa Verde).
«Sostengo con forza il Comitato che si oppone alla costruzione di una diga sul torrente Vanoi, ritenendola costosa, fuori dal tempo e pericolosa per l'ambiente. Allo stato attuale, prendendo come spunto il tema della siccità si cerca di far passare ovunque come necessaria la costruzione di bacini artificiali, mettendo in crisi e deturpando ecosistemi e paesaggi preziosi e consolidati. Una diga non ha mai un impatto indolore sull'ambiente. Auspico che la Provincia si impegni in una interlocuzione efficace e chiara con il Veneto».