Primiero / Montagna

Stop agli sprechi, un manuale per i turisti: meno docce nei rifugi e c'è più acqua per tutti

I consumi medi giornalieri pro-capite di acqua in un rifugio alpino sono di 75 litri per lo staff del rifugio, 40 litri per un escursionista in mezza pensione e 15 litri per un escursionista a pranzo. Consentire a tutti di lavare i propri indumenti alla sera, oltre che farsi la doccia, può pertanto pregiudicare la possibilità per il rifugista di avere acqua a sufficienza per le primarie necessità, come la preparazione dei pasti

PODCAST La montagna ferita. Vita e morte di un ghiacciaio 

di Manuela Crepaz

PRIMIERO. Quest'estate, le guide alpine "Aquile" di San Martino di Castrozza e Primiero saranno impegnate a informare e sensibilizzare alpinisti ed escursionisti all'uso consapevole dell'acqua in montagna. Ogni guida consegnerà ai propri clienti il Libretto delle Guide Alpine, un manualetto che contiene informazioni sulle buone pratiche per l'uso dell'acqua in rifugio e, del tutto simile al taccuino originale che attestava il lavoro delle guide, contiene il profilo personale delle guide e una serie di pagine bianche sulle quali, guide e clienti, possono annotare i loro pensieri a ricordo dell'escursione.

Le guide alpine, per via della costante frequentazione degli ambienti naturali, sono tra i professionisti della montagna che si confrontano quotidianamente con gli effetti del riscaldamento climatico e della pressione turistica, effetti che trovano nelle montagne uno dei luoghi più sensibili e fragili della Terra e hanno la necessità di adattarsi a un ambiente in rapida evoluzione, modificando programmi e attività.

Per questo, hanno ideato il progetto "Gocce di montagna", assieme a un'azienda partner di calzature con la collaborazione dell'ApT San Martino di Castrozza, Passo Rolle, Primiero e Vanoi, al fine di intraprendere delle azioni informative riguardo l'uso della risorsa acqua, bene primario nei rifugi alpini e in alta montagna.

La convinzione è che, oggi, chiunque decida di camminare, arrampicare o sciare con una guida alpina può diventare non solo un ottimo escursionista, alpinista o scialpinista, ma anche un attento promotore del cambiamento verso un futuro ambientale più responsabile. Infatti, con la crescita del numero di persone che frequentano la montagna, sono aumentate anche le aspettative dei nuovi turisti escursionisti, molti dei quali si aspettano che un rifugio di montagna sia uguale a un albergo e fornisca gli stessi servizi, ma non è così.

La richiesta di fare la doccia in rifugio e diventata una consuetudine, ma un uso responsabile dell'acqua in montagna è fondamentale. Se questa è una risorsa preziosa nelle città e nel fondovalle, lo è ancora di più in montagna, dove la sua presenza e utilizzo da parte dei rifugi alpini è vincolata alla presenza di una sorgente e alla possibilità di un costante accumulo nelle cisterne. L'associazione gestori rifugi alpini del Veneto ha stimato che i consumi medi giornalieri pro-capite di acqua in un rifugio alpino sono di 75 litri per lo staff del rifugio, 40 litri per un escursionista in mezza pensione, 15 litri per un escursionista a pranzo e 8 litri per solo uso servizi.

Consentire a tutti di lavare i propri indumenti alla sera, oltre che farsi la doccia, può pertanto pregiudicare la possibilità per il rifugista di avere acqua a sufficienza per le primarie necessità, come la preparazione dei pasti. Anche se quest'anno, grazie alle abbondanti nevicate in quota primaverili, sembra scongiurato il problema idrico degli anni scorsi, le guide alpine di San Martino di Castrozza e Primiero, con la loro esperienza e dedizione alla protezione degli ecosistemi montani, vogliono essere in prima linea a diffondere questa consapevolezza critica, educando ogni escursionista al rispetto e alla salvaguardia delle risorse natural.

Diventa infatti sempre più basilare che chi frequenta i rifugi sia a conoscenza di queste problematiche, in modo da usare consapevolmente l'acqua.

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