In Senato sì alla fiducia sul Jobs Act: ecco cosa cambia per il lavoro
L’Aula del Senato ha dato il via libera definitivo alla delega sul lavoro, ormai conosciuta come Jobs Act, per la quale il governo ha chiesto il voto di fiducia. Hanno detto sì 166, no 112, 1 astenuto.
Con l’ok definitivo al Jobs Act, il Parlamento «ci consegna un testo significativamente cambiato e migliorato». Così il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti: ora si dovrà procedere «speditamente» ai decreti attuativi, partendo da quelli per l’introduzione del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti che vogliamo rendere operativo da gennaio.
Il premier Matteo Renzi ha commentato l’approvazione con un tweet: «Il Jobs Act diventa legge. L’Italia cambia davvero. Questa è #lavoltabuona. E noi andiamo avanti».
[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"144376","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"370","width":"799"}}]]
LA SCHEDA: CHE COSA CAMBIA?
Modifiche all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, estensione degli ammortizzatori sociali, nuove regole per l’Aspi, cambiamenti nelle norme sui controlli a distanza, introduzione del contratto a tutele crescenti e superamento delle collaborazioni coordinate e continuative: sono le principali novità contenute nella delega sul lavoro (il cosiddetto Jobs act) sul quale il Senato ha votato oggi la fiducia. Dopo l’ok definitivo l’obiettivo è approvare entro dicembre i primi decreti delegati a partire da quelli sul contratto a tutele crescenti e sulla nuova ASpi.
Ecco in sintesi cosa prevede il provvedimento.
CONTRATTO A TUTELE CRESCENTI PER I NEOASSUNTI.
Arriva il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all’anzianità di servizio per tutti i neoassunti. Cambia l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori con la possibilità di reintegra nel posto di lavoro in caso di licenziamenti illegittimi limitata solo a quelli nulli e discriminatori e a «specifiche fattispecie» di quelli disciplinari (legati al comportamento del lavoratore). Saranno i decreti delegati a stabilire quali saranno queste fattispecie. Sui licenziamenti per motivi economici (esigenze aziendali) giudicati ingiustificati sarà previsto solo l’indennizzo. Se i decreti arriveranno entro dicembre il nuovo contratto potrà usufruire degli sgravi contributivi previsti dalla legge di stabilità per le assunzioni fatte nel 2015.
RIORDINO FORME CONTRATTUALI E RAPPORTI LAVORO, SUPERAMENTO COLLABORAZIONI.
L’obiettivo al quale si vuole arrivare con il contratto a tutele crescenti è di farne la modalità normale di assunzione sfoltendo le decine di forme contrattuali e le norme esistenti. Si punta alla creazione di un testo organico di disciplina delle varie tipologie contrattuali e al «superamento» delle collaborazioni coordinate e continuative.
MANSIONI FLESSIBILI E CONTROLLI A DISTANZA.
Si rivede la disciplina delle mansioni in caso di riorganizzazione, ristrutturazione o conversione aziendale con l’interesse del lavoratore alla tutela del posto di lavoro, della professionalità e delle condizioni di vita, prevedendo limiti alla modifica dell’inquadramento. Il passaggio da una mansione all’altra diventa più semplice (con la possibilità anche di demansionamento). Viene rivista anche la disciplina dei controlli a distanza con la possibilità di controllare impianti e strumenti di lavoro.
RIFORMA CIG.
Sarà impossibile autorizzare la cig in caso di cessazione «definitiva» di attività aziendale. L’obiettivo è di assicurare un sistema di garanzia universale per tutti i lavoratori con tutele uniformi e legate alla storia contributiva del dipendente. Saranno rivisti i limiti di durata del sussidio (adesso il tetto è di due anni per la cassa ordinaria e di quattro per la straordinaria) e sarà prevista una maggiore partecipazione da parte delle aziende che la utilizzano. Si punta alla riduzione delle aliquote di contribuzione ordinarie (ora all’1,9% della retribuzione) con la rimodulazione delle stesse tra i settori in funzione dell’effettivo impiego.
RIFORMA ASPI.
La durata del trattamento di disoccupazione dovrà essere rapportata alla «pregressa storia contributiva» del lavoratore con l’incremento della durata massima (per ora fissata a 18 mesi a regime nel 2016, ndr) per quelli con le carriere contributive più rilevanti. Si vuole estendere l’Aspi ai collaboratori fino al superamento di questo tipo di rapporto di lavoro. Per le persone in situazione di disagio economico potrebbe essere introdotta dopo la fruizione dell’Aspi una ulteriore prestazione eventualmente priva di contributi figurativi.
RAZIONALIZZAZIONE INCENTIVI ALL’ASSUNZIONE E ALL’AUTOIMPIEGO.
Si istituisce inoltre un’Agenzia nazionale per l’impiego e si punta a semplificare e razionalizzare le procedure di costituzione e gestione dei rapporti di lavoro al fine di ridurre gli adempimenti a carico di cittadini e imprese. L’obiettivo è svolgere tutti gli adempimenti per via telematica.
NO VACATIO LEGIS.
Legge e decreti delegati entreranno in vigore il giorno dopo la pubblicazione in Gazzetta. Gli effetti degli interventi normativi saranno oggetto di un monitoraggio permanente da realizzarsi senza maggiori oneri.